Mendrisiotto

I lavoratori della canicola: doveri e contromisure

Per chi è sulla strada e lungo i binari l'estate è rovente. Renderla vivibile è compito delle aziende. E i sindacati vigilano

(Ti-Press)
15 luglio 2019
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Fin dalle sue prime battute questa estate ha picchiato duro. Con la stagione ancora agli esordi ci ha pensato il caldo africano di giugno a mettere a dura prova i lavoratori. Mentre l’afa e l’ozono aumentavano il carico. E non è che, revocata una canicola che avrebbe mandato ‘ko’ pure i supereroi, qui all’estremo sud del cantone le giornate si siano alleggerite più di tanto. Per chi getta manti d’asfalto, sale sui ponteggi o vive la sua quotidianità tra i binari la fatica è tanta. Alcuni macchinisti della manovra di Chiasso se lo sono segnato: nei giorni del picco di calura in cabina si arrivava a superare i 40 gradi. Nella fornace urbana nessuno ha gettato la spugna, ma certe temperature non sono da prendere sottogamba.

I primi a essere richiamati alle loro responsabilità sono i datori di lavoro: l’Ordinanza 3 della Legge sul lavoro non lascia scampo quanto a tutela della salute dei dipendenti. Mentre i sindacati vigilano, pronti a intervenire se le condizioni in cui si opera diventano estreme. «Tutti gli anni – ci conferma Pascal Fiscalini, segretario sindacale Sev, il Sindacato del personale dei trasporti – emaniamo degli avvisi puntuali con le raccomandazioni generali del caso, informando il personale direttamente interessato. E questo ancor prima di ricevere delle segnalazioni, che arrivano puntuali a ogni stagione». Il caso dei macchinisti della manovra di Chiasso, però, è emblematico. «Non a caso – rimarca Fiscalini –, facciamo loro presente di annunciare al proprio capo quando non se la sentono di mettersi ai comandi della locomotiva per il troppo caldo. E allo stesso tempo contattiamo le Ffs, affinché questi lavoratori non subiscano delle ripercussioni». E qui entra in scena il datore di lavoro. «Aver messo in guardia le maestranze – ribadisce il sindacalista – non permette ai titolari delle aziende, in questo caso le Ferrovie, di eludere i loro doveri. A cominciare da una manutenzione adeguata delle cabine di guida e delle locomotive o degli impianti climatizzati, soggetti a guasti. L’invito, insomma, è ad avere un occhio di riguardo in particolare in estate a protezione del benessere dei collaboratori».

Del resto, la stessa Segreteria di Stato dell’economia (Seco) è puntigliosa nel descrivere condizioni e luoghi di lavoro. In questi anni, con il ripetersi degli allarmi canicola, la situazione è migliorata? «Le Ffs, dietro nostra richiesta, rendono accessibili dei punti d’acqua, anche nei locali pausa delle stazioni, dove dissetarsi e rinfrescarsi senza pagare pegno. E bisogna dare atto alle Ferrovie che si impegnano a mettere a disposizione ciò che è necessario», riconosce il segretario sindacale. Quindi casi problematici non se ne sono presentati. «Per noi è importante che si seguano le raccomandazioni. Tornando ai macchinisti, è bene possano passare la pausa all’ombra, loro e il locomotore. Non dimentichiamo che il personale ferroviario, dalla manovra a chi si occupa della manutenzione delle rotaie, nei periodi di calura, è paragonabile agli addetti alle strade. Ecco perché poter effettuare delle pause frequenti, pur brevi, è una necessità. Sul cantiere a Gordola, ad esempio, le Ffs hanno adibito dei container dove potersi riprendere un po’ dalle temperature eccessive».

Come antidoto alla canicola in alcuni settori – laddove è possibile – si anticipa l’inizio della giornata lavorativa. Una misura adottata pure dai Comuni, come a Chiasso e a Mendrisio: diana alle 6 e fischio finale alle 14. E la soluzione funziona, tanto che alcuni dipendenti pubblici la adotterebbero per l’intera stagione, allerta o no. «Sinora non ci abbiamo pensato, né abbiamo ricevuto delle richieste in tal senso – ci dice il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –. Potrebbe essere un’idea, pur con i suoi vantaggi e svantaggi». Si potrebbe introdurre una sorta di orario estivo di lavoro per il personale più esposto? «Non avrei nulla in contrario e anche in Municipio non sussistono preclusioni. Va valutata la soluzione migliore per i dipendenti». Come è andata la prima prova canicola? «Siamo riusciti a gestirla bene; non si sono presentati problemi particolari. Anzi, iniziando presto oltre ad avere meno caldo vi è anche meno traffico».

‘Allo scalo Ffs? Acqua, creme solari e frutta’

I ferrovieri, lo abbiamo capito, sono tra i lavoratori più esposti alle calure estive. E le Ffs come difendono i loro dipendenti? «Il tema canicola è centrale anche presso le Ferrovie – rassicura il portavoce Patrick Walser –. La sicurezza e il benessere dei nostri collaboratori sono centrali nella nostra politica aziendale». Vi siete dotati di una sorta di regolamento? «Durante i periodi di caldo estremo per chi lavora sui o nei pressi dei binari non sono previsti regolamenti particolari – spiega a ‘laRegione’ Walser –, ma vengono forniti consigli pratici, quali bere molto e fare piccole pause (in locali climatizzati) durante il lavoro». Veniamo al caso di Chiasso e agli oltre 40 gradi misurati sui locomotori della manovra. «Nel caso specifico di Chiasso – illustra ancora il portavoce delle Ferrovie –, vengono distribuite ai collaboratori creme solari e, una volta alla settimana, frutta fresca viene messa a disposizione di tutto il team. Inoltre, i locali della stazione di Chiasso sono climatizzati e sono presenti numerosi erogatori di acqua». Per alcuni settori dello scalo è ipotizzabile, come altrove, rivedere l’orario di inizio della giornata? «Per quanto concerne la modifica degli orari di lavoro, questo non è possibile – esclude Walser –, in quanto le prestazioni richieste non lo permettono».

Sul tema a livello federale vige un’Ordinanza specifica, la numero 3 concernente la Legge sul lavoro, che tutela il benessere dei lavoratori. “Il datore di lavoro – si legge all’articolo 2 – deve adottare tutte le disposizioni e tutti i provvedimenti necessari per salvaguardare e migliorare la tutela della salute fisica e psichica”. E ci si spinge fin nei dettagli, incluse le condizioni climatiche sui luoghi di lavoro. A diramare le raccomandazioni utili è, invece, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco), che pure non lascia nulla al caso, arrivando a stilare una tabella delle temperature dell’aria consigliate per mettere in condizione le persone di lavorare al meglio.

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