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A Chiasso piccoli artisti incontrano grande artista

Una quarantina di allievi della Scuola dell'infanzia hanno potuto confrontarsi con Francesco Vella

L'incontro (m.a.x. Museo)
21 aprile 2018
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Sono ancora piccoli – in fondo hanno fra i 3 e i 5 anni soltanto – eppure il faccia a faccia con l’arte sembra non coglierli impreparati. Per la quarantina di alunni della scuola dell’infanzia di Chiasso che, in una composta fila per due dietro le maestre, martedì mattina si è presentata allo Spazio Officina non era la prima volta a una mostra. Era, invece, il primo incontro di questi allievi con Francesco Vella, l’artista di cui sono andati scoprendo le opere – 200 quelle esposte – proposte nell’antologica. E per finire, tra i bambini e Vella, a ben vedere, il più stupito era il secondo.

Cimentarsi con colori e matrici non è un gesto naturale o quotidiano. I risultati impressi sui fogli, però, sono davvero sorprendenti. Ma soprattutto ispirati senza alcun timore reverenziale ai segni e alle forme geometriche di Vella. «In realtà questi scolari vengono spesso da noi: sono abituati – ci dicono le animatrici Simona Maspero e Benedicta Froelich, che li guidano con sapienza –. Cerchiamo di educare all’arte e al bello». Le insegnanti danno una mano, poi ciò che occorre è trovare il linguaggio giusto e la capacità di stimolare la loro curiosità.

E allora avanti, matita appuntita e tavoletta ‘gommosa’, a incidere il loro ‘Di-segno-in segno’. Quindi un passaggio di colore, si stende il foglio e si va di mini-mattarello. Ciascuno dei bimbi adesso ha la sua stampa. E a questo punto, scorrendo le ‘opere’ allineate sul pavimento, ci si rende conto che a spiazzare sono i titoli con i quali i piccoli protagonisti dell’esperimento hanno accompagnato il loro nome. Marysol ha creato ‘Il bambino che non trova la sua sfera’, Viola uno ‘Spettacolo di luci’, Giuseppe il ‘Paeseforme’. Poco oltre ci sono i ‘Pianeti pazzerelli’ di Francesca. Si può dire che l’arte ha colpito nel segno.

Che impressione le fa?, chiediamo a Vella che ha assistito al processo creativo. «È un buon lavoro, è gioco, è fantasia. Eppoi avevano tutti una bella contentezza e spontaneità». In realtà i bambini non si sono risparmiati neanche nelle domande. Insomma, ma come si diventa artisti?, interrogano con tenacia. Guardando ai lavori pare proprio che Vella abbia trovato altri visionari. È solo la seconda volta (dopo Cucchi) che una mostra allo Spazio Officina si abbina a un laboratorio didattico, ma la strada già aperta al m.a.x. museo nel solco di Bruno Munari si conferma quella giusta. Gli alunni della scuola dell’infanzia si preparano a passare il testimone ai ‘colleghi’ delle elementari: due classi di prima e altrettante di quarta, una sessantina di ‘apprendisti’ artisti pronti a misurarsi con il torchio.

«Con i più grandicelli – ci fanno notare le animatrici – il processo di stampa utilizzato è un po’ più complesso: li introduciamo alla carta da lucido e a un piccolo torchio, che si divertono a usare». Detta altrimenti, entra in scena la manualità. «E il contatto con la materia: per la generazione del cellulare e del tablet non è abituale. Se la solleciti, però, vedi che l’immaginazione c’è, basta non lasciarla sedimentare e tirarla fuori». E nel caso del laboratorio ispirato alle visioni di Francesco Vella la fantasia è davvero venuta a galla. Come nei ‘Due pesci a passeggio’ di Diego, prima elementare, o in ‘No i pugni’ di Davide, quarta, o ancora nel ‘Non importa quello che dicono gli altri’ di Selamawi, quarta. Tutti lavori, quelli dei ‘mini-artisti’ chiassesi, che potranno essere visti nelle vetrine esterne dello Spazio Officina fino a domenica 29 aprile (ultimo giorno pure per la mostra di Vella). Poi come le matrici, le opere potranno essere ritirate dagli autori e abbellire casa, memoria di una giornata particolare.

Appuntamento al ‘m.a.x’

I momenti dedicati alla didattica non si esauriscono qui. Il prossimo appuntamento sarà al m.a.x. museo: si interagirà con l’esposizione dedicata a Ercolano e Pompei. I più piccoli questa volta si trasformeranno in archeologi e andranno alla ricerca (reale) e alla scoperta dei reperti. Tutto accadrà sabato 28 aprile, dalle 15 alle 17. Per saperne di più

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