Mendrisiotto

Il 'colpo della vita' rimandato di otto giorni

I ladri colti sul fatto a Chiasso volevano colpire la ditta nella notte tra il 17 e il 18 febbraio. Da Foggia, nel frattempo, emergono legami con gruppi mafiosi

27 febbraio 2018
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A volerla guardare da un’angolatura diversa, ovvero con gli occhi dei criminali, che il colpo potesse ‘andare male’ era più di una semplice sensazione. Già una settimana prima, infatti, qualcosa era andato storto. Il fallito colpo di domenica notte alla Loomis situata in via Milano a Chiasso, al culmine del quale sono state arrestate 10 persone e altre due risultano indagate, era in previsione 8 giorni prima. L’organizzazione criminale, stando a nostre informazioni confermate dal Comando dei carabinieri di Foggia e di Cerignola – che hanno gestito l’operazione fin dalle battute iniziali –, doveva essere commesso nella notte tra sabato 17 e domenica 18 febbraio. «Hanno avuto un disguido» ci spiegano dalla Puglia, senza tuttavia svelare la natura dell’impedimento. Già una settimana fa, dunque, il dispositivo composto da Polizia cantonale e Comunale di Chiasso – in totale si parla di una sessantina di agenti – era preparato a qualsiasi scenario, anche quello di uno scontro a armato. Una banda di professionisti che però poi, in definitiva, ha agito senza armi da fuoco ma con le idee ben chiare: grazie a uno jammer posizionato sul tetto di uno stabile vicino avevano neutralizzato il sistema d’allarme della Loomis, la ditta specializzata nel trasporto valori, ed erano pronti con una carotatrice ad effettuare un buco per accedere al caveau presumibilmente zeppo di soldi. Anche la fuga era stata pianificata nel minimo dettaglio, con veicoli rubati e un camion pronto ad attenderli oltre confine sul quale sarebbe stata caricata la refurtiva. Se da un lato (per loro) tutto è andato male, dall’altro – quello delle forze dell’ordine – tutto si è svolto al meglio: 10 arresti (cinque in Svizzera, gli altri in Italia) con l’ipotesi di reato di furto con scasso.

Da ‘Ocean’s Twelve’ a ‘Ciambella’

Quella che in Italia è stata battezzata operazione ‘Ocean’s Twelve’ – con chiaro riferimento ai dodici componenti della banda e al lungometraggio hollywoodiano – in Svizzera ha assunto il nome di operazione ‘Ciambella’ (probabilmente per il buco che si apprestavano a fare i malviventi). Dal Comando dei carabinieri di Foggia abbiamo appreso inoltre che le prime intercettazioni risalivano all’ottobre dello scorso anno. Intercettazioni effettuate «per tutt’altra materia, ancora coperta dal segreto istruttorio» nelle quali «si è intuito che stessero preparando qualcosa di grosso». Dopo all’incirca due mesi gli inquirenti italiani hanno capito che i criminali avrebbero tentato il colpo a Chiasso e hanno avviato l’iter per la collaborazione internazionale volta a sgominare la banda. Quale fosse l’inchiesta iniziale da cui tutto è partito, come detto, bocche cucite, ma a questo punto non si esclude che possa trattarsi di qualcosa legato al mondo criminale mafioso. In tal senso, da Foggia ci viene confermato che tra i dodici arrestati (tutti cittadini italiani di età compresa tra i 28 e i 53 anni), un paio hanno «conclamati rapporti con clan mafiosi». Nello specifico si tratterebbe «del Gruppo criminale mafioso Cerignola e della Società Foggiana». Quest’ultima, si apprende, sostenuta da camorra e ‘ndrangheta. Ambienti nei quali non sono nuovi assalti e rapine in Italia e non solo, come ad esempio quella avvenute lo scorso anno in Emilia Romagna; bloccate grazie all’intervento della Polizia di Stato in quella che è stata denominata operazione ‘Wine & Cheese’. Anche in quel caso, infatti, i criminali sono partiti da Cerignola.

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