Chiasso

Chiasso, a tu per tu con chi dorme alla stazione. Stanotte sono stati accolti a Casa Astra

(Pablo Gianinazzi)
12 gennaio 2017
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Nessuno può pronunciare il suo nome: è rimasto sconosciuto. In qualche modo, però, la vita del cittadino moldavo con cui, la notte di martedì, hanno incrociato lo sguardo il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni e il municipale Davide Lurati è entrata a far parte del racconto della città.

Sorpreso con un compagno di sventura a prepararsi il giaciglio per la notte in una sala d’attesa della stazione, quest’uomo ha una identità (con tanto di permessi e documenti in regola), una moglie in Italia e dei figli al proprio Paese. Ha anche un tetto, al di là del confine. Quel confine che ha oltrepassato in cerca di un lavoro in agricoltura. Ma in questo periodo è arduo. «Parlava bene l’italiano, mentre il suo amico sembrava di poche parole – ci spiega Arrigoni –. Ci ha raccontato lui stesso che abita in Italia e che la sua consorte fa le pulizie in una struttura in una zona di lago».

La Moldavia l’hanno lasciata proprio per trovare maggiori opportunità all’Ovest. Sinora nel suo peregrinare dal Sud al Nord della Penisola e da un po’ in Ticino, però, non ha avuto fortuna. «Ci ha detto di essere stato a Sant’Antonino e che oggi – ieri per chi legge, ndr – avrebbe tentato nell’area di Stabio. Ha dimostrato di conoscere il cantone e i servizi – docce, mensa, ndr – a disposizione delle persone come lui. Ci ha fatto il nome di fra Martino Dotta. Allora gli abbiamo chiesto perché si ferma a Chiasso per la notte. Ci ha risposto che qui alla stazione è più caldo e tranquillo».

Non sono più di un paio di persone, a volte tre – c’è anche un cittadino polacco a condividere la stessa sorte –, a sostare nel riparo posto tra due fasci di binari. In ogni caso il sindaco non intravede alcuna emergenza. «In Comune non ci è giunta nessuna segnalazione. Anche le Guardie di confine ci hanno ribadito che la situazione è sotto controllo. Ed è il parere pure della Polizia ferroviaria». Al momento, come ha fatto sapere Arrigoni dal suo portale sociale e come ci ha confermato reagendo indirettamente alle sollecitazioni del consigliere comunale Ppd Giorgio Fonio (cfr. ‘laRegione’ del 23 dicembre), «non è il caso di aprire la Protezione civile». 

Fonio, in serata ieri, ha dal canto suo fatto sapere tramite Facebook che i due senza tetto sono stati accolti a Casa Astra per la notte. "Stasera per fortuna dormiranno al caldo". Poi la punzecchiatura ad Arrigoni: "[Dormiranno al caldo] non grazie a chi in queste ore ha minimizzato il problema o ci ha denigrato".

 

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