Il Lac funge da vero e proprio volano per le realtà culturali del Luganese, che sono aumentate di quasi il 50% tra il 2015 e il 2023

Quasi il 50% delle realtà culturali e delle scuole sono state create dal 2015 al 2023. Questo dimostra l’impatto che ha avuto il Lac, che venne inaugurato proprio dieci anni fa, nel territorio luganese. Il dato statistico risulta dall’analisi dei dati raccolti tramite i questionari sottoposti agli operatori culturali attivi nell’ambito del teatro e della danza a Lugano. La ricerca presentata ai media è stata realizzata dalla Divisione cultura della Città con la collaborazione del Servizio di statistica urbana e della sezione ticinese dell’associazione mantello ‘t. Professioni dello spettacolo Svizzera’.
La campagna di indagini conoscitive sui principali settori che compongono il panorama culturale luganese è stata voluta, ha spiegato il vicesindaco e capodicastero di Lugano Roberto Badaracco, con l’obiettivo di analizzarne nel dettaglio le caratteristiche, oltre che di comprenderne le esigenze e le aspettative, sia presenti che future. Una campagna avviata dapprima sulla musica classica e di tradizione, conclusasi nel 2021, seguita da quella sulle musiche attuali realizzata nel 2023. Le informazioni sono state raccolte attraverso la compilazione da parte degli operatori attivi sul territorio di due questionari specifici: il primo rivolto alle organizzazioni culturali (profit e non profit), il secondo agli operatori individuali. Lo studio ha analizzato i dati di 38 organizzazioni, suddivise in 26 “strutture operative” (soggetti come compagnie, festival e residenze), 10 “scuole” e 2 “soggetti pubblici”. Hanno risposto 59 operatori individuali su circa un centinaio di soggetti interpellati.
I dati salienti sulle organizzazioni rappresentano una realtà contraddistinta da un settore in espansione, culturalmente dinamico e piuttosto professionalizzato. I risultati mostrano un aumento negli ultimi anni, con l’80% delle realtà indipendenti costituite a partire dall’anno 2000 con un’accelerazione marcata dal 2015: come detto, quasi il 50% delle “strutture operative” e il 60% delle “scuole” sono state fondate tra il 2015 e il 2023. Il comparto si dimostra ben integrato a livello territoriale: il 65% delle “strutture operative” ha collaborato con altre realtà locali, svizzere o internazionali. Negli ultimi anni, l’80% di esse ha ricevuto contributi da parte della Città e il 77% dal Cantone. Stando a questi dati, il settore appare ben consolidato sul territorio e sembra godere di un buon riconoscimento anche da parte delle istituzioni. «Il Lac è come l’albero, mentre le realtà culturali sono le radici che si devono sviluppare», ha detto Badaracco a mò di paragone. Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è la precarietà di persone ed enti che operano nel settore, ha sottolineato il vicesindaco. La maggior parte ha contratti a termine, con salari molto bassi, «come una commessa che lavora in un centro commerciale», ha evidenziato Badaracco. A livello finanziario, la ricerca ha rilevato un complessivo di 466 persone attive nelle organizzazioni, ma soltanto il 23% di esse ha un contratto a tempo indeterminato. Questi dati indicano una certa fragilità. Non è un caso che nel settore sono le donne a farla da padrone (con il 60% di persone attive), mentre la maggior parte ha almeno un altro lavoro retribuito.
In merito ai risultati raccolti dallo studio, il vicesindaco e capodicastero Cultura sport ed eventi ha dichiarato: «I risultati di questa ricerca evidenziano un settore ben radicato sul territorio, che deve far fronte però a non poche difficoltà. Per questo è fondamentale il sostegno da parte delle istituzioni, per assicurare la sostenibilità delle attività nell’ambito delle arti performative anche in futuro. La Città di Lugano intende rinnovare il suo impegno per favorire le occasioni di produzione e creazione per gli operatori, elaborando nuove strategie con una revisione dei sistemi di finanziamento e una più forte collaborazione con le istituzioni culturali cittadine e il Cantone. Inoltre, è importante rafforzare la diffusione delle produzioni anche nelle altre regioni della Svizzera». Il vicesindaco ha riconosciuto che «la questione degli spazi per la produzione e la creazione» rappresenti «una criticità costante chiaramente espressa anche in questa indagine, la Città, insieme al Cantone e a eventuali partner privati dovrà impegnarsi a trovare delle risposte a tale carenza in tempi brevi, nonostante la difficile congiuntura economica. Senza questi spazi una delle condizioni quadro per valorizzare al meglio e rafforzare la capacità creativa della nostra città rischia di venire meno, a discapito di tutta la comunità».