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‘Il tram-treno costerà 759 milioni di franchi’

Il consigliere di Stato Claudio Zali ha spiegato le ragioni dell'aumento di spesa per il progetto: tutti gli enti pubblici dovranno stanziare altri soldi

La strada è ancora lunga
(Ti-Press)
15 aprile 2025
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Un iter lungo oltre 15 anni. Un lavoro in continuo cambiamento che ha comportato numerose modifiche del progetto della Rete tram-treno del Luganese (Rttl), causando un aumento dei costi: da circa 490 milioni si è passati a 759 milioni di franchi. Dopo le preoccupazioni espresse da Filippo Lombardi in merito al forte incremento dei costi della Rttl, nella seduta di oggi del Gran Consiglio il consigliere di Stato Claudio Zali ha cercato di spiegare i motivi che hanno portato alla modifica della cifra preventivata per l’intero progetto. Motivi che secondo i firmatari delle due interpellanze – Alain Bühler e rispettivamente Nara Valsangiacomo –, nelle quali è stato anche chiesto di spiegare le cause che hanno portato a questo aumento, non sono stati soddisfacenti. Entro la prossima estate il Consiglio di Stato intende chiedere al Parlamento un ulteriore credito di 80 milioni di franchi per coprire le spese a carico del Cantone e che andranno a coprire le modifiche del progetto avvenute negli ultimi anni dopo svariate richieste da parte di alcuni Comuni.

Un progetto in costante aggiornamento

Nel suo intervento, Zali ha ricostruito nel dettaglio l’evoluzione del progetto. Inizialmente previsto come una semplice rete tranviaria, il progetto è stato successivamente trasformato in un sistema tram-treno: «Grazie a un’intuizione geniale che attribuisco a Riccardo De Gottardi, padre del progetto all’interno del Cantone, si è potuta sottolineare l’importanza ferroviaria di una parte del tracciato. Questo ha permesso di poter accedere nei progetti Prossif (Programma di sviluppo strategico dell’infrastruttura ferroviaria) e beneficiare dei finanziamenti tramite il Faif (finanziamento e ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria)». Da quel momento in poi non si è più parlato di tram del Luganese, ma di tram-treno. Un cambiamento non solo terminologico, ma sostanziale, che ha permesso di rendere il progetto più attraente da parte della Confederazione. Le migliorie del progetto iniziale non si sono fermate qui: «Nel corso del 2016, l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha chiesto la modifica del tracciato della galleria, con l’ampliamento della stessa per consentire il transito di un treno ogni cinque minuti. Anche questo adeguamento ha comportato un aumento dei costi rispetto a quanto preventivato».

La lunga lista di modifiche non si ferma qua: «A inizio 2017 è stato completato il progetto definitivo – ha proseguito Zali –, anche se è stato successivamente rivisto, così come il relativo preventivo». E proprio a fine estate di quell’anno, è stato approvato il messaggio per la spesa di 400,68 milioni di franchi per la costruzione dell’opera: 288,91 milioni a carico della Confederazione, 63,24 milioni a carico del Cantone, 45,79 milioni ai Comuni Ctrl e 2,74 milioni finanziati da Flp Sa (Ferrovie Luganesi).

Le ultime modifiche in dettaglio

Dopo la pubblicazione del progetto e l’approvazione del credito nel 2018, «sono successe molte cose» ha osservato Zali, tra le quali diverse modifiche progettuali finalizzate a ottenere «un maggiore consenso da parte dei Comuni coinvolti». In particolare, le principali modifiche, ha precisato, riguardano: «L’attraversamento in sotterranea delle cinque vie a Bioggio e l’uscita autostrada a Manno (+70 milioni di franchi); due park and ride interrati a Bioggio e a Manno, invece di quello fuori terra a Bioggio Cavezzolo (+55 milioni); lo spostamento dell’uscita della galleria a Lugano (+10 milioni) e alcune modifiche agli accessi della stazione sotterranea a Lugano (+30 milioni)». A queste si aggiungono anche il rincaro generale dei costi legati alle costruzioni che incidono quale ulteriore aumento della spesa di 60 milioni di franchi. Inoltre, «la modifica della governance del progetto, voluta da Uft, ha imposto di creare la Rttl Sa (società fondata nel 2023 per gestire i lavori e diretta dall’ingegner Alberto Del Col e presieduta dalla granconsigliera leghista Sabrina Aldi, ndr), il cui costo operativo è quantificato in 35 milioni nell’arco dei prossimi 10 anni, e di inserire a Preventivo una voce ‘rischi’ da 38 milioni di franchi conseguente a un’analisi secondo le direttive di Uft», il tutto non previsto fino a quel momento. La lista è ancora lunga, ma Zali si limita a menzionare il rincaro degli indennizzi espropriativi, pari a 2 milioni, e, non da ultimo, 44 milioni per il costo dell’officina prevista a Manno.

Con la definizione dei nuovi costi, cambia anche la ripartizione finanziaria: la Confederazione contribuirà con 466,8 milioni di franchi; 46,2 milioni a carico di Flp Sa; 142,7 milioni a carico di Cantone e 103,3 milioni a Crtl. Pertanto, il Cantone dovrà stanziare altri 80 milioni di franchi per questo progetto.

Non ci saranno tagli al progetto

Tra le domande poste da Nara Valsangiacomo nella sua interpellanza vi era anche quella di valutare eventuali ridimensionamenti o revisioni progettuali. Zali, tagliando corto, ha respinto ogni ipotesi ventilata dalla deputata Verde, come il mantenimento della fermata Bioggio-Molinazzo anziché il suo spostamento a Cavezzolo, o il rinvio della costruzione della galleria tra Bioggio e il centro di Lugano: «Procedere a tali cambiamenti comporterebbe un ulteriore allungamento dei tempi di realizzazione e metterebbe a rischio i finanziamenti federali con il progetto attuale».

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