La Città nella lettera d’intenti, che formalizza la candidatura per l'edizione del 2030, sarà spalleggiata dalle altre due realtà urbane ticinesi
È stata ratificata la candidatura comune a capitale della cultura svizzera per il 2030, con Lugano come città capofila. Lo ha deciso nella seduta di giovedì scorso il Municipio, che ha ratificato la lettera d’intenti che verrà inviata all’Associazione capitale della cultura svizzera. La proposta di cui si è fatto portavoce il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco in febbraio ha fatto breccia tra i colleghi dell’Esecutivo cittadino e ha raccolto l’adesione e il sostegno da parte di Mendrisio e di Locarno.
La lettera d’intenti giungerà a Neuchâtel, la sede dell’Associazione capitale culturale svizzera, entro il 28 marzo. La candidatura di Lugano, come detto, è stata spalleggiata da Mendrisio e Locarno, spiega Badaracco: «Sì, entrambe portano in ‘dote’ i loro punti di forza culturali e ce ne sono parecchi, tra i quali l’Accademia di Architettura, le Processioni storiche della Settimana santa di Mendrisio, che fanno parte del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco e il sito naturale del Monte San Giorgio, che è iscritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Quando si parla di Locarno, non si può non evocare il Film Festival e la sua notorietà a livello internazionale. Questi elementi rafforzano la candidatura». Una candidatura che non esclude altri centri urbani ticinesi, come Bellinzona e Chiasso, che ha scritto alla Città di Lugano manifestando interesse. Sì, perché la proposta può essere sottoposta all’Associazione anche sotto forma di regione. Il budget previsto si aggira tra i 18 e i 20 milioni di franchi, malgrado la difficile situazione finanziaria non dovrebbe rappresentare un problema secondo Badaracco.
E Lugano? «Nella candidatura abbiamo inserito tutte le nostre risorse – risponde il vicesindaco –. A livello culturale, possiamo vantare gli investimenti concretizzati negli ultimi vent’anni, a cominciare dal Lac e tutto ciò che è stato sviluppato attorno. Siamo veramente diventati importanti e speriamo di riuscire a fare qualcosa anche per la cultura indipendente». Che succederà dopo la presentazione della candidatura? «Verrà organizzato a fine giugno un evento informativo sulla procedura di selezione da parte dell’Associazione, che illustrerà i vari criteri da rispettare – osserva Badaracco –. Il termine per la presentazione dei documenti ufficiali della candidatura scadrà a fine dicembre. Bisognerà arrivare convinti a presentare i dettagli». In altre parole, entro fine anno occorrerà mettere nero su bianco le informazioni specifiche sulla motivazione, sull’idea e sulla sua attuazione per il 2030, sulla struttura organizzativa, sul finanziamento, sui benefici per la città e la regione. La prossima primavera la giuria convocherà in audizione le città svizzere candidate, continua il vicesindaco: «Poi nel giugno del 2026 dovrebbero giungere a una decisione definitiva sulla capitale della cultura svizzera nel 2030. Quindi, dalla fine di marzo sarà fondamentale sviluppare un progetto forte e convincente, con la creazione di un apposito gruppo di lavoro». La Chaux-de-Fonds sarà la prima capitale della cultura svizzera nel 2027.
Quali sono le aspettative nel caso venisse accolta la candidatura? «Sarebbe molto interessante per Lugano e la Svizzera italiana per mettere in evidenza le nostre peculiarità e i nostri punti forti a livello culturale. Rappresenterebbe una sorta di sbocco ideale degli sforzi compiuti negli ultimi vent’anni che hanno portato alla realizzazione di gioielli come il Lac, il Museo d’arte della Svizzera italiana e altre istituzioni importanti, come l’Osi, il Musec, e la futura Città della Musica a Besso, senza dimenticare l’innovazione tecnologica, con il Living Lab – sostiene Badaracco –. Se la candidatura riuscisse, ci potrebbe portare visibilità a livello nazionale e internazionale. Nella lettera d’intenti abbiamo inserito le statistiche sulle attività culturali, che sono aumentate nei vari settori anche in termini di eventi e tutto quello che abbiamo a livello universitario, con Usi e Supsi».