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Centrale termica a Lambertenghi: parte il progetto di studio

L’iniziativa di Ail si intreccia con la volontà della Città di trasformare l’approvvigionamento energetico del quartiere per ridurre l’impatto ambientale

Una veduta aerea del quartiere e del terreno sul quale si vorrebbero costruire gli appartamenti a pigione moderata
(Ti-Press/Archivio)
11 febbraio 2025
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Trasformare l’approvvigionamento energetico del quartiere Lambertenghi attraverso la creazione di una centrale termica e di una rete di teleriscaldamento. È questo l’intento congiunto della Città di Lugano e Ail Sa che, insieme, hanno dato vita a un progetto pilota di studio. Qualche accenno alla centrale era già stato fatto nel 2023 nell’ambito della discussione sulla costruzione della palazzina con appartamenti a pigione moderata, e di recente è riemerso dalle parole del municipale Filippo Lombardi, capodicastero Sviluppo territoriale, che ne ha annunciato la priorità d’investimento. Per capire di cosa si tratta, quali saranno le tempistiche e le ragioni dietro alla priorizzazione di questo studio abbiamo interpellato Lombardi e Angelo Bernasconi, presidente del Consiglio di amministrazione di Ail.

‘Blocco urbano compatto e circoscritto’

«Vogliamo approfondire il quartiere Lambertenghi come progetto pilota di studio – spiega il municipale – perché è un blocco urbano compatto e circoscritto, centrale e ben rappresentativo della realtà cittadina, vicino alla fonte di calore che è il lago. Ail aveva già un suo progetto in tal senso e quindi faremo insieme questo studio di fattibilità». L’iniziativa è infatti partita dall’azienda industriale che da anni realizza impianti di teleriscaldamento nel comprensorio del Comune di Lugano, oltre che in altri comuni. Per citarne alcuni in città: la centrale termica del Lido, del campus Usi-Supsi, Carona, Molino Nuovo e Viganello. E Caslano. «Il progetto – precisa Bernasconi – è in linea con la strategia Ail di decarbonizzazione finalizzata a ridurre l’impatto ambientale anche nella produzione del calore. Linea strategica che si regge sul piano energetico cantonale (Pecc) e su quello della Confederazione (Prospettive energetiche 2050)». Per quanto riguarda il Piano energetico comunale (Peco), «il progetto Lambertenghi fungerà da progetto pilota, con lo scopo di identificare le criticità che comporta la realizzazione di una rete di questo tipo di zona urbana altamente infrastrutturata, come pure le possibili soluzioni. A valle di questo progetto pilota, sarà possibile decidere se implementare questa soluzione in altri comparti della città, integrandola quindi a tutti gli effetti nel Peco». Piano energetico che è pronto, ma sul quale attualmente il Municipio tira il freno a mano. Le ragioni sono di natura finanziaria. «La realizzazione pluridecennale dell’intero Peco – illustra Lombardi – potrebbe raggiungere le centinaia di milioni».

Copertura di circa cento stabili

Le priorità poste a questo quartiere, riferisce Bernasconi, «si giustificano per la vetustà delle infrastrutture esistenti: in diverse strade occorre intervenire per la sostituzione della rete del gas, dell’acqua potabile o di quella elettrica. Pertanto, si vuole contenere gli investimenti e offrire da subito ai clienti e ai proprietari il teleriscaldamento in sostituzione del vettore fossile attuale». Quali edifici servirà dunque questa centrale di quartiere? «Il teleriscaldamento – illustra –, ancora da validare dal punto di vista tecnico, economico e di impatto sulla viabilità nella fase di cantiere, si estenderebbe nella zona delimitata da viale Cassarate, via Balestra, via Franscini, via Zurigo e via Madonnetta. In questa zona sono presenti circa 100 stabili, che potrebbero beneficiare della fonte energetica locale e a basso impatto ambientale». Tra questi, verosimilmente anche i futuri alloggi a pigione moderata richiesti nel lontano 2012 da un’iniziativa popolare del Partito socialista di Lugano che sorgeranno sul terreno dell’Ocst proprio in via Lambertenghi.

Parlando di tempistiche invece, quando potrà essere fatta la domanda di costruzione? «A nostro modo di vedere – prevede Lombardi – non appena tirate le conclusioni dello studio, quindi ancora nel 2025». Parlando di spese, la stima dei costi potrà essere fatta a seguito dello studio di fattibilità, «ma in base all’esperienza – sostiene Bernasconi – prevediamo grosso modo un costo della centrale termica sugli 8 milioni di franchi». A questo costo, «si aggiungerà quello della rete di distribuzione del calore che ci indicherà lo studio». A ogni modo, il tema rimane sensibile secondo il municipale. «Il motivo è da ricondurre al fatto che i costi sono elevati e l’incidenza sulla fluidità del sistema viario pure. Le ricadute sulle finanze comunali – ma anche su quelle di Ail – vanno approfondite, come pure la possibilità di obbligare eventualmente i confinanti ad allacciarsi a questo sistema». Lo studio di fattibilità, dichiara Lombardi, «in autunno ci porterà sul tavolo un’idea precisa dei tempi, dei costi e delle esigenze tecniche e legali per una simile realizzazione, nella forma del teleriscaldamento o in quella della rete energetica, teoricamente più interessante ma anche più invasiva e costosa».

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