Durante la seconda giornata di processo alla Corte di appello e revisione penale, il difensore del 70enne ha fatto leva sulla buona fede dell’imputato
Per il 70enne del Luganese – che nel 2021 è stato condannato per aver truffato oltre 800mila franchi all’ultimo principe di Genova, suo cliente – è stata chiesta l’assoluzione da tutti i capi d’imputazione. È la richiesta avanzata di fronte alla Corte d’appello e revisione penale (Carp) dal suo legale, l’avvocato Filippo Ferrari durante la seconda giornata di processo. Il difensore ha basato la sua tesi difensiva sul fatto che l’uomo, all’epoca consulente del nobile italiano, non avrebbe cercato di truffarlo e trarlo in inganno. Secondo Ferrari, il 70enne avrebbe piuttosto agito in buona fede e non con l’intenzione di commettere un reato ai danni del patrimonio del principe. I fatti risalgono al periodo tra il luglio 2007 e il gennaio 2008 quando l’imputato, secondo la tesi accusatoria, ha sfruttato il suo ruolo di consulente decennale per i beni che il principe deteneva in Svizzera, facendo transazioni illecite per trarne un guadagno personale.
Luca Marcellini, legale del principe, così come l’avvocata Clarissa Indemini che rappresenta gli interessi di un’altra cliente, hanno chiesto la conferma integrale della sentenza di primo grado che ha visto l’uomo essere condannato a 24 mesi di detenzione sospesi per un periodo di due anni dalla Corte delle Assise criminali di Lugano per truffa, appropriazione indebita e falsità in documenti. Lo stesso ha chiesto la procuratrice pubblica Chiara Borelli durante la sua requisitoria di ieri. Ora toccherà alla Carp, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero Will arrivare a un verdetto.