La richiesta di credito non verrà ritirata: la municipale Karin Valenzano Rossi respinge le critiche sulle proposte di moderazione del traffico
Il Municipio di Lugano non intende inserire la marcia indietro sull’adozione di nuove zone con moderazione di velocità 30 e 20 km/h nel territorio cittadino. Il messaggio con la richiesta di credito di 2,7 milioni di franchi resta all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio comunale in programma lunedì 10 febbraio, malgrado l’ampio fronte contrario che quasi sicuramente sfocerà nella bocciatura o nel rinvio. Ne abbiamo riferito nell’edizione di ieri, dando spazio ai tre rapporti delle commissioni della Gestione e dell’Edilizia. Un paio di questioni, però, rimangono in sospeso, a cominciare dalle ragioni per le quali l’Esecutivo non ritira il messaggio e cosa potrebbe succedere se il Legislativo, invece, approvasse la mozione (anch’essa all’ordine del giorno lunedì prossimo) intitolata “Più vita nei quartieri: valorizzazione dello spazio stradale grazie alla generalizzazione delle strade 20 e 30 km/h (strade orientate all’insediamento), misure adeguate per le strade orientate al traffico e una piazza pedonalizzata per ogni quartiere”. Una mozione datata (risale al settembre 2018), che chiede al Municipio di attivarsi per mettere in atto le nuove Linee guida cantonali “Concezione dello spazio stradale all’interno delle località. Dimensionamento, moderazione, arredo e segnaletica”. Difficile credere che abbia qualche possibilità di essere approvata.
Ne abbiamo parlato con Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani. Anzitutto, spiega la municipale, «l’Esecutivo chiede che il Consiglio comunale dia una linea politica da seguire sul tema. Sappiamo che una parte politica chiaramente è contraria alla moderazione della velocità e un’altra parte vorrebbe invece una moderazione generalizzata. Il Municipio ha proposto qualcosa di non ideologico, moderato e concreto. Usare il pretesto del costo dei totem e o dei lavori non previsti o lasciar dubitare della competenza di chi ha fatto il lavoro tecnico per non decidere e non esprimere un indirizzo politico nei confronti del Municipio è davvero un peccato». Valenzano Rossi respinge con fermezza l’insinuazione che traspare dai rapporti delle commissioni: «Le proposte di moderazione del traffico, politicamente, non sono figlie di un approccio ideologico per una riduzione generalizzata della velocità. Questo genere di impostazione non appartiene a questo Municipio. Invece, abbiamo scelto un approccio pragmatico e realistico, per stabilire dove ha senso inserire le riduzioni di velocità. In particolare, per ragioni di sicurezza e di convivenza migliore tra veicoli e pedoni soprattutto nei singoli quartieri e nelle zone residenziali, per una migliore qualità di vita. Del resto, l’esigenza di introdurre misure di moderazione è stata costantemente manifestata dalle commissioni di quartiere e dai cittadini stessi».
In merito alle obiezioni sollevate nei rapporti, la municipale chiarisce che il messaggio in questione «è stato ampiamente discusso nelle commissioni del Consiglio comunale, sia nella passata legislatura sia in questo inizio di legislatura. Abbiamo già avuto modo di spiegare quali sono le ragioni di queste proposte di estensione delle zone 30, che sono state seriamente approfondite su input iniziale del Consiglio comunale dal profilo tecnico dalle diverse divisioni competenti della Città, in una prima fase dalla Divisione della pianificazione, ambiente ed energia, mobilità (Dpam) e in seguito anche dalla polizia e quindi dal Genio civile della Divisione servizi urbani. Su queste proposte hanno lavorato seriamente ingegneri e addetti ai lavori, non sono improvvisate ma approfondite seriamente». Contestare i risultati di questi approfondimenti tecnici, significa «mettere in dubbio la loro competenza tecnica e la loro serietà», sottolinea Valenzano Rossi. Il messaggio prevede un incremento della lunghezza totale delle strade con moderazione, di cui Lugano è proprietaria, sarà di 38 chilometri raggiungendo circa 109 km (55% del totale di 197 km).
D’altro canto, la municipale precisa che «le due posizioni di costo controverse, ossia quella per la sostituzione di tutti i totem (900’000 franchi) e la posta dei lavori non previsti (410’000 franchi), come già ampiamente discusso con le commissioni, possono senz’altro essere ridotte se così ritiene il Consiglio comunale. Avevamo già detto alle commissioni che possiamo tranquillamente non avere unità di presentazione estetica nei quartieri con i totem e sostituire solo quelli necessari per ragioni di sicurezza, riducendo a circa 1/3 la relativa posta, come peraltro proposto da una commissione nella passata legislatura. Stesso discorso per quanto riguarda la posta dei lavori non previsti, se il Consiglio comunale non volesse e se accadesse qualcosa di non previsto torneremo se del caso a proporre un altro messaggio. Alla luce dell’attuale situazione finanziaria, questa opzione è senz’altro condivisibile».