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Pedo-pornografia sul telefono, ma è colpa di Telegram

A Lugano un 32enne è stato scagionato per alcuni video trovati sul cellulare, mentre è stato condannato per atti sessuali con un 16enne

Incidenti a cui siamo esposti (quasi) tutti
(Ti-Press)
16 settembre 2024
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Ammonta a 16 mesi sospesi per quattro anni la pena pronunciata questo pomeriggio dalla Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta da Mauro Ermani, nei confronti del 32enne accusato di aver avuto atti sessuali con un 16enne (quando lui aveva poco meno di 30 anni), e di aver posseduto sul suo cellulare video di pornografia estrema (atti sessuali con animali e pedo-pornografia). Mentre sulla prima situazione il giudice non si è soffermato molto, la questione dei video è più complessa. Secondo quanto riferitoci dall’avvocata della difesa Luisa De Palatis Keller, si tratterebbe di un caso in cui questi video vengono rinvenuti sul telefono semplicemente perché si fa parte di una chat di Telegram, nella quale questi possono venir inviati da chiunque. Il fatto che poi sul suo computer non sia stato rinvenuto nessun video del genere, ha giocato a favore della tesi della difesa, per cui il giovane è stato scagionato da questa imputazione. A peggiorare la situazione, ci sono state però le gravi infrazioni alle leggi norme della circolazione, avvenute mentre il 32enne era in attesa di giudizio. In un’occasione ha circolato a 163 chilometri orari su un tratto di strada dove vige il limite di 120, mentre solo pochi mesi fa è stato pizzicato mentre guidava dopo aver consumato alcol e marijuana. La pubblica accusa è stata rappresentata in aula dal procuratore pubblico Alvaro Camponovo.

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