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Casa anziani: favorevoli e contrari a confronto prima del voto

Il 9 giugno il popolo deciderà le sorti del nucleo di Melano dove il Municipio vorrebbe costruire una struttura di riposo da 60 camere con autorimessa

Accanto al rendering il sindaco e alla sua destra il promotore del referendum
(Ti-Press/Orsi&Associati)
22 maggio 2024
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Il 9 giugno si avvicina. La popolazione di Val Mara si appresta a votare sul progetto della casa anziani di Melano. Dopo l’approvazione del dicembre 2023 del Consiglio comunale (Cc) di un credito da 650mila franchi, contro tale decisione è scattato un referendum sottoscritto da 368 cittadini. A motivare il fronte dei contrari non è tuttavia la struttura in sé ma la sua ubicazione. Per entrare nelle ragioni dei due schieramenti abbiamo messo a confronto Antonio Casellini, promotore del referendum, che vede minacciato il futuro del nucleo e Jgor Zocchetti, neoeletto sindaco del Comune per cui tale costruzione sarebbe invece un valore aggiunto.

‘Sconvolgere l’assetto sarebbe un disastro’

«In votazione non c’è la realizzazione o meno della casa anziani ma c’è esclusivamente la sua ubicazione – sostiene Casellini –. Votare no significa salvare l’unico spazio pubblico, godibile da tutti nel nucleo di Melano. Su quel sedime non ci sarà più nulla di buono per bimbi, mamme e nonni. Sostenere il contrario è mentalmente disonesto». In quel luogo, prosegue, «non può sorgere un edificio tanto voluminoso, sarebbe in conflitto con tutto quanto gli starebbe attorno». Lo spazio scelto dal Municipio «è privo del consenso di base e non c’è documento scritto del perché lì vada bene e altrove no. Sconvolgere questo assetto collaudato e apprezzato risulterebbe un vero disastro».

Idoneo è invece per il sindaco e per il Municipio. «Il progetto vuole essere nel cuore del paese, per garantire le relazioni necessarie per sentirsi cittadini in tutte le fasi della vita e offrire una presa a carico diversificata, essendo previsti anche un centro diurno e un’area verde con parco giochi, favorendo dunque scambi intergenerazionali». La nuova casa disporrebbe di 60 posti letto e un’autorimessa interrata per le necessità degli abitanti del nucleo e della nuova struttura. La gestione spetterebbe all’associazione Melograno, che gestisce anche la vicina casa per anziani Tusculum di Arogno.

‘Nessuna soluzione alternativa’

Per i referendisti esistono altri sedimi che si potrebbero destinare a tale scopo. «Una casa anziani – spiega il promotore del referendum – deve rispondere a nuove esigenze, disporre di nuovi spazi e lì non ci sono possibilità di sviluppo. A Melano, per fortuna, spazi più vasti e meglio ubicati, ci sono. Vicino al campo di calcio e alle scuole elementari, per esempio, c’è uno sedime di proprietà comunale, così come lo spazio accanto al Lido comunale. Con buona volontà, competenza e determinazione è possibile trovare una soluzione alternativa».

In disaccordo Zocchetti: «Non ci sono altri terreni di proprietà del Comune che potrebbero ospitare la struttura. Se non dovesse passare in votazione non è previsto alcun piano alternativo e il progetto della casa anziani andrebbe a cadere. Anche perché – aggiunge – non ci troveremo più a rispettare le attuali richieste: ovvero una casa di riposo che ‘dialoga’ con il centro del paese e il rispetto delle tempistiche». Trovare una nuova ubicazione, per il fronte municipale, «significherebbe dover spendere di più per acquistare terreni privati, non considerare il lavoro svolto finora (con un investimento totale sostenuto sinora dal Comune di circa 375mila franchi) e dissociarsi da quanto previsto dalla pianificazione cantonale in materia di strutture sociosanitarie e nello specifico di case per anziani».

‘Un valore aggiunto’

Per Casellini, invece, votare no significherebbe «sospendere temporaneamente l’iter intrapreso, permettendo a tutti gli interessati all’investimento di approfondire la tematica nell’interesse di tutti e ripartire con slancio nella realizzazione di questa indispensabile struttura». Per il sindaco questo non è lo scenario che si concretizzerebbe in caso di bocciatura. Al contrario, non ci sarebbe un piano b e la casa di riposo sarebbe realizzata oltre i confini comunali di Val Mara, sfavorendo gli anziani del paese che rischierebbero di doversi spostare lontano dai propri famigliari.

«Bisogna saper guardare ai cambiamenti in modo positivo e con lungimiranza – afferma Zocchetti –. Avere una casa di riposo nel comune significa avere un valore aggiunto e anche offrire posti di lavoro e apprendistato, ma anche di ridurre la spesa per gli anziani residenti in strutture fuori dal comune». E a proposito di posti di lavoro, secondo Casellini, «via Capeleta, che collega il nucleo al centro scolastico, sarebbe più trafficata a causa dei servizi, fornitori, visitatori, dipendenti della struttura». Zocchetti, dal canto suo, smentisce: «Secondo uno studio effettuato dal Comune nel 2016 si diceva che l’insediamento della casa anziani può essere considerato ininfluente sulla fluidità o capacità della strada di via Capeleta». L’auspicio del sindaco è che «la popolazione decida con coerenza nel bene della collettività e negli interessi dell’intera Val Mara».

Recentemente, un comitato di sostegno al progetto ha organizzato una serata informativa in cui sono stati illustrati «nel dettaglio – spiega il sindaco – gli aspetti legati alla viabilità, all’indotto economico e all’opportunità di disporre di una simile struttura».

Un opuscolo che fa discutere

Nella bucalettere dei valmaresi è arrivato in questi giorni l’opuscolo informativo. Perché votare a favore e perché contro. A turbare alcuni cittadini è un passaggio in particolare del ‘no’, sotto l’ultima voce ‘Ospiti’: “Gli anziani – si legge – vengono assistiti e mantenuti al loro domicilio il più a lungo possibile. Quando però l’autosufficienza fisico/psichica e cognitiva non basta più, la casa per anziani (Cpa) diventa, inesorabilmente, l’ultima risorsa. In queste condizioni, all’anziano dove sia la Cpa conta poco o nulla. La maggior parte degli ospiti non avrà alcun precedente legame con l’ambiente esterno. All’interno della Cpa c’è tutto quanto possa ancora servire alle necessità di ognuno. Con il mondo fuori e con il passato… solo ricordi. C’est la vie».

A segnalarci il proprio e condiviso turbamento è un’abitante del paese. «Queste frasi hanno urtato diverse persone. È discriminatorio per quanto riguarda la percezione dell’anziano quando entra in una struttura del genere. Ed è una visione che si scontra con tutto il lavoro che si sta facendo a livello cantonale. Le case anziani sono un luogo di apertura, un fulcro di attività sia all’interno che all’esterno. Questo tipo di lettura sembra fare un enorme passo indietro. Ognuno può chiaramente avere un pensiero personale, ma qui si è andati oltre, soprattutto perché è stato divulgato attraverso il materiale di voto». Infine, conclude, «mi sarei aspettata che la voce ‘Ospiti’, trattandosi di un progetto di casa anziani, fosse al primo posto e non in fondo e con questo tipo di frase che lede la categoria più debole. Spero che questo non sia il pensiero della maggioranza». Consapevolmente, Casellini replica: «Ammetto che quello che ho scritto è un po’ cinico e duro. Mi dispiace che sia stato interpretato male, ma è una triste realtà che presto o tardi toccherà a tutti. Una casa anziani ci vuole per forza. Non tutti hanno il privilegio di farsi assistere a casa propria. Questa mia argomentazione era volta a sostenere che lo stato di salute dell’anziano non dipende dall’ubicazione della struttura. Comunque il testo che ho scritto è stato approvato dal Municipio». A tal proposito, Zocchetti conclude che, «il Municipio non si assume la responsabilità di quanto scritto nel testo. Anche se il Municipio non concorda con quanto scritto, riteniamo comunque che ognuno possa esprimersi liberamente senza però ferire le sensibilità e la dignità delle persone».

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