Luganese

Marco Chiesa, la Lega e i pensieri delle 2 di notte

Alla risottata Udc spende parole di amicizia per Michele Foletti, ma la questione del sindacato resta sospesa

In sintesi:
  • Folta in ogni caso la presenza di candidati e simpatizzanti alla kermesse di Pregassona
  • Il municipale uscente Tiziano Galeazzi rivendica il lavoro proficuo svolto dal suo dicastero
Chiesa arringa, Galeazzi guarda (dal manifesto)
17 marzo 2024
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Chi si aspettava torte, anzi, risottate in faccia alla festa preelettorale dell'Udc di Lugano, domenica mattina in un affollato Capannone di Pregassona, sarà rimasto deluso. Gli Udc hanno preferito sorvolare sull’entrata a gamba tesa di Claudio Zali in occasione della analoga manifestazione leghista di una settimana prima. Il ministro aveva detto che "c’è qualcosa che non va" nella candidatura di Marco Chiesa al Municipio di Lugano. La mossa, data la grande popolarità del presidente uscente dell'Udc svizzera, potrebbe costare il posto di Palazzo civico al compagno di partito Tiziano Galeazzi, ma pure la poltrona al sindaco alleato, della Lega, Michele Foletti. Senza contare eventuali reazioni a catena in altri ambiti. Bene, sia Chiesa che Galeazzi, come pure Foletti hanno in sostanza glissato, lasciando al conduttore della risottata, il presidente sezionale Alain Bühler, il compito di deprecare l'uscita di chi «in Governo siede sui voti dell'Udc».

Nessuno scontro

Giusto un piccolo puntino sulle ‘i’; d'altra parte Lega e Udc affrontano anche questa campagna con una lista unica per il Municipio, sia pure tra i dubbi del caso. Ma allora, cosa ha detto Marco Chiesa? Microfono in mano, camminando fra i tavoli come un consumato leader (che in effetti è), dopo aver rivendicato una limpida luganesità, nato all'ex Ospedale civico, cresciuto tra Viganello e Villa Luganese, ha nuovamente sostenuto che attorno alla sua candidatura vi è stata unità di intenti fin dalle prime discussioni, lo scorso dicembre. «Discutendo con lui Michele (Foletti ndr) mi ha detto: candidati. E io sarò al suo fianco. Chiaro, la stampa ha bisogno di creare una dicotomia, ma con Michele non ho mai avuto uno scontro». Una decisione frutto delle consultazioni con la moglie ma anche delle riflessioni che si fanno, dice, alle 2 di notte. «La coscienza mi ha detto che dovevo fare qualcosa per la comunità», ma «assieme e non contro qualcuno». Resta, invero, il grande punto di domanda: cosa succederà se il 14 aprile Chiesa risulterà più votato di Foletti? Una questione che rimane sullo sfondo della campagna elettorale, rinviata sostanzialmente al dopo-voto.

Già, e Michele Foletti cosa ne pensa? Presente alla risottata degli alleati-rivali ha preferito sottolineare i risultati raggiunti da Lugano, «tra le prime dieci città svizzere, è l'unica con una maggioranza di destra. Ed è la più sicura, una delle più vivibili, quella che ha meno persone in assistenza sociale». E poi, «abbiamo liberato il Macello da persone che non hanno nulla da dare alla Città»: boato dei presenti in sala a sottolineare la cacciata degli autogestiti.

I sassolini di Galeazzi

Qualche sassolino dalla scarpa se l'è invece voluto togliere il municipale Udc Tiziano Galeazzi, che molti immaginano agnello sacrificale della situazione. Anche se manca poco a Pasqua, lui non ci sta. Entrato da subentrante dopo la morte di Marco Borradori, subito privato del dicastero finanze, oggi rivendica un lavoro proficuo nei campi di sua competenza: dai posti di protezione civile tutti geolocalizzati, ai cani da salvataggio presso la spiaggia della Foce, alla raccolta di dati statistici che consentiranno di produrre scenari realistici in materia di povertà, disoccupazione, posti di lavoro. «Per questioni di collegialità a volte non si capisce cosa faccia, sento parlare dietro la schiena, ma il lavoro è tanto» ha chiosato aggiungendo di «guardarsi le spalle».

Folta in ogni caso la presenza di candidati e simpatizzanti alla kermesse di Pregassona, alla quale hanno preso la parola anche il presidente cantonale Piero Marchesi e la terza candidata al Municipio Raide Bassi, la capogruppo in Consiglio comunale che si dice pure lei pronta a entrare nella stanza dei bottoni di Palazzo civico.

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