Luganese

Chiesti lumi su quella casa di legno in piazza Cioccaro

Un'interpellanza vuole spiegazioni dalla Città di Lugano sulla costruzione e sulla copertura del porticato del palazzo ai margini di Piazza della Riforma

La casa, o chalet, in piazza Cioccaro
8 dicembre 2023
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“Uso privato spropositato del suolo pubblico: c’è chi può”. È il titolo dell’interpellanza al Municipio di Lugano presentata da Aurelio Sargenti (Ps, primo firmatario); Edoardo Cappelletti (Pc); Mattea David (Ps); Carlo Zoppi (Ps); Raoul Ghisletta (Ps) e Demis Fumasoli (FA), sul caso della casa di legno, in stile chalet, di dimensioni esagerate costruita dai fratelli Gabbani in piazza Cioccaro, in pieno centro cittadino, proprio davanti a un edificio storico di Lugano, Palazzo Riva. In merito, laRegione ha riferito della richiesta formale di rimozione immediata formulata dagli avvocati Wicki, i proprietari del Palazzo, nei confronti dell’esecutivo.

La Città passa la palla all’ufficio giuridico

Ebbene, nella seduta di giovedì, il Municipio di Lugano ha deciso di chiedere un parere al suo ufficio giuridico, in modo di chiarire se l’eventuale errore di valutazione sia da attribuire all’autorità politica, oppure se gli esercenti si siano ‘allargati’ troppo, rispetto al permesso ottenuto. Ma questa è musica del futuro, nel senso che se ne saprà di più tra qualche settimana, al termine del periodo natalizio, quando magari la costruzione sarà stata nel frattempo smontata. Intanto, però, l’interpellanza mette il dito in quella che appare come una piaga. In effetti, appare insoddisfacente la spiegazione in base alla quale il Municipio abbia concesso un permesso speciale di polizia, che poggia sulla nuova legge sugli esercizi pubblici e consente un uso accresciuto dell’area pubblica.

Su quali criteri poggiano i permessi?

I firmatari dell’atto parlamentare chiedono pertanto all’esecutivo se la costruzione rispetti le condizioni poste in materia di agevolazioni Covid e se le dimensioni della casa siano conformi con la possibilità di ampliare la superficie di occupazione fino a un massimo del 30%. Vogliono sapere quali siano i criteri su cui poggia la concessione speciale, l’entità del contributo richiesto dal Municipio per questa autorizzazione, se l’esecutivo abbia ricevuto altre richieste di questo genere e quante ne abbia accordate. Gli interpellanti chiedono inoltre spiegazioni sulla discutibile chiusura del passo pubblico attraverso il quale si raggiunge la “Prosciutteria Lino”, dove, gli esercenti “hanno apposto, con ironia involontaria e volontaria arroganza, un cartello con la scritta ‘Passaggio pubblico’! Altro sfregio al palazzo posto ai margini della Piazza della Riforma, che oggi ospita la banca Ubs, ma che un tempo (dal 1746 al 1799) ospitò la gloriosa Tipografia Agnelli, faro di cultura e testimone delle grandi rivoluzioni”.

Se ci fossero richieste di risarcimenti?

In proposito, viene chiesto al Municipio se “l’occupazione, con sedie e tavolini da bar, di un passaggio pubblico e la sua chiusura con la posa di pareti e porte di legno e non sia una chiara violazione di legge o un sopruso. Il contesto architettonico delle piazze, delle vie del nucleo storico di una bella città turistica come Lugano andrebbe tutelato con maggiore attenzione”. Viene pure chiesto al Municipio se i confinanti e le attività commerciali siano stati informati di queste installazioni, se abbiano avuto modo di visionare il progetto che si voleva realizzare e sottoporre al Municipio delle osservazioni. L’interpellanza chiede se il Municipio abbia considerato delle compensazioni per i disagi subiti e le eventuali richieste di risarcimento, non solo per i negozi al pianterreno affacciati su piazza Cioccaro.

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