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Alex Farinelli non sarà più sindaco di Comano

Il consigliere nazionale rinuncia a ricandidarsi al prossimo rinnovo dei poteri comunali: ‘Ho preso la decisione prima delle elezioni federali’

Alex Farinelli, 41 anni, sindaco di Comano
(Ti-Press)
29 novembre 2023
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Oltre vent’anni di politica attiva a livello comunale posson bastare. Alex Farinelli, dopo due legislature di sindacato a Comano, non si ripresenterà alle elezioni comunali del prossimo aprile. Il consigliere nazionale Plr, classe 1981, è nato e cresciuto in un paese considerato la terza località più attraente della Svizzera, secondo una classifica stilata anni fa dalla Weltwoche. Ma sono in tanti, soprattutto famiglie, a ritenerlo il posto ideale per vivere.

Anzitutto, Farinelli precisa di aver «informato i collaboratori già prima delle elezioni federali, che non sono collegate alla mia rinuncia a livello comunale». Per quale motivo non si ripresenterà? «Avevo già maturato l’idea da mesi. In questa legislatura, mi sono reso conto che l’impegno di consigliere nazionale a Berna è gravoso con quasi 100 giorni all’anno (destinati ad aumentare con una seconda commissione) oltralpe. Non è soltanto una questione di tempo ma proprio di presenza, infatti la funzione di sindaco richiede comunque molta dedizione, anche se Comano non è un grande Comune (sono comunque 2’155 abitanti, ndr.)».

‘Tante famiglie si trasferiscono qui’

Il sindaco spiega inoltre di non aver voluto comunicare troppo presto la decisione: «Dobbiamo ancora portare avanti vari progetti importanti, come quello delle scuole, per le quali stiamo progettando la ristrutturazione e l’ampliamento. Forse entro la fine della legislatura riusciremo ad arrivare al credito di realizzazione. Questo sarebbe il coronamento di una serie di interventi che riguardano i temi principali di Comano, che è un Comune rivolto soprattutto alle famiglie. Non è un caso che siamo uno degli unici due comuni in Ticino con una media di bambini in età scolastica obbligatoria (Elementare e Scuola dell’infanzia) superiore alla media svizzera, rispetto al numero di residenti. Tante famiglie si trasferiscono qui, perché trovano servizi e risposte ai loro bisogni».

Casa anziani, dopo le elezioni

Farinelli precisa che a Comano, ci sono in ‘ballo’ interventi viari e occorreva sostituire il segretario comunale: «Ho ritenuto la cena dei dipendenti il momento giusto per comunicarlo. Ne ho parlato prima delle elezioni federali, così sarebbe stato chiaro che la decisione non è legata all’esito del voto e nel contempo ho preferito dirlo prima ai dipendenti comunali e ai colleghi di Municipio che erano presenti quella sera, per rispetto nei loro confronti, perché il sindaco è il punto di riferimento e mi sembrava giusto che tutti lo sapessero direttamente da me». Rispetto invece alla casa per anziani, a che punto siete assieme agli altri quattro Comuni (Cureglia, Porza, Savosa e Vezia)? «A livello pianificatorio, la decisione è finalmente cresciuta in giudicato – spiega Farinelli –. Dopo le elezioni comunali, bisognerà discuterne assieme per capire come proseguire».

Qual è il segreto dell’attrattività di Comano? «In paese abbiamo tantissime associazioni attive e questo crea vita di comunità e senso di appartenenza – risponde Farinelli –. La politica, anche in passato, non si è mai voluta sostituire al lavoro delle associazioni, pur essendo pronta a dare una mano. Preferiamo che siano i cittadini stessi a proporre e organizzare attività: il coinvolgimento diretto dei cittadini rinforza la partecipazione e il sentimento di identità». Qual è la modalità ideale, per avere buoni rapporti tra Municipio e legislativo? «Comunicare, comunicare e comunicare: portare avanti un rapporto basato sulla trasparenza tenendo sempre informati i consiglieri comunali, che sono da considerare come partner. Poi, c’è la fiducia, che bisogna conquistare giorno dopo giorno».

Eletto per la prima volta a 22 anni

Quando nasce la sua passione per la politica? «Nasce in Consiglio comunale, dove venni eletto, per la prima volta, nel 2004, a 22 anni, poi riconfermato nel 2008 e nel 2012 – risponde il sindaco –. Nel legislativo ho imparato tantissimo e mi sono appassionato alla politica. In quegli anni c’era anche Giovanni Pedrazzini, noto cardiologo e fratello dell’allora consigliere di Stato. Ci ‘curavamo a vicenda’. Io ero capogruppo dei liberali, lui era nel Ppd o forse nella lista civica. Ci piaceva la sfida retorica. Quando uno interveniva, l’altro ribatteva. Mi sono divertito e appassionato. Con questa legislatura concludo vent’anni di politica comunale». Farinelli, infatti, venne eletto sindaco di Comano nel 2016, al posto di Marco Valli. «Fui il più votato ed entrai in carica grazie all’ottimo risultato in un Municipio in cui ero il più giovane. Ho avuto la fortuna di trovare anzitutto un segretario comunale bravissimo come Valerio Soldini, la mia Rolls Royce, e quattro colleghi che mi hanno aiutato molto e con i quali ho collaborato bene».

Alcuni retroscena

È raro che il Comune balzi agli onori della cronaca per polemiche o discussioni. «Siamo sempre andati d’accordo nelle oltre trecento sedute municipali in questi otto anni – conferma Farinelli –. I colleghi mi sono sempre venuti incontro quando organizzavo le sedute alle 7 di mattina per riuscire a soddisfare le esigenze della mia agenda a Berna. Altrimenti le sedute, di solito, si tengono alle 18 del martedì sera, dopodiché si va tutti assieme al bar della posta, dove si continua la seduta in maniera informale. Spesso si sottovaluta questo aspetto, che però è fondamentale per riuscire ad avere un buon clima di lavoro. Ogni tanto qualche idea la sottoponevo ai colleghi al tavolo dell’aperitivo, prima di parlarne nella seduta ufficiale proprio per capire che aria tira, per decidere se andare avanti e portarla in Municipio. Un altro sistema che ho imparato è di non forzare la mano: quando un collega non è convinto, se la questione non è urgente, è meglio non decidere in quel momento, ma aspettare».

Una carriera politica iniziata precocemente quella di Farinelli, che nel 2008 entrò pure a far parte dei Giovani liberali radicali ticinesi, diventandone presidente nel 2010. Risale al 2015 la sua elezione in Gran Consiglio (riconfermato nel 2019) dove è stato capogruppo del Plr e membro della Commissione della Gestione e delle Finanze. Lasciò il parlamento cantonale nel novembre 2019, quando venne eletto in Consiglio nazionale.

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