Luganese

Quando la giustizia mostra il volto umano

Condannato a una pena sospesa con la condizionale un 28enne processato per 17 capi d'accusa. L'uomo ha intrapreso un percorso di riabilitazione

La campanella ha suonato per dare fiducia all’imputato
(Ti-Press/Archivio)
20 ottobre 2023
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È una storia fuori dall’ordinario quella emersa nel processo celebrato stamattina in aula penale a Lugano. Non capita di frequente che un imputato con una lunga lista di capi d’accusa (ben 18, di cui uno prescritto), se la possa cavare senza finire dietro le sbarre, ma con una condanna interamente sospesa con la condizione. Nemmeno tanto spesso succede che un accusatore privato, al quale l’uomo incriminato ha estorto oltre 3’700 franchi in poco più di un mese, anche se poi è stato rimborsato, giunga al dibattimento e annunci alla giudice il ritiro della denuncia penale.

Dalla rapina ai furti fino alle minacce

Eppure, l’imputato, un 28enne cittadino svizzero originario della Repubblica del Congo, negli ultimi nove anni ne ha combinate di tutti i colori e ha commesso reati gravi, che ha comunque riconosciuto in aula penale. A cominciare dalla rapina perpetrata ai danni di una persona. Per una storia di droga, il 28enne, assieme ad altri due, ha raggiunto il domicilio della vittima guidando senza patente, ha forzato l’ingresso dell’appartamento, l’ha picchiata perché lo avrebbe ‘fregato’ e le ha sottratto del denaro. Non solo. L’uomo ha ingannato con astuzia, in decine di occasioni, più persone, mettendo in atto ripetute truffe per poco meno di 30’000 franchi. Si è inoltre reso responsabile di falsità in documenti, ha guidato in più occasioni senza licenza di condurre, almeno tre volte in stato di inattitudine, sotto effetto di alcol e droga, ha commesso quattro furti, si è appropriato indebitamente di targhe, ha circolato senza l’assicurazione di responsabilità civile, ha preso a botte altre due persone. Dulcis in fundo, l’uomo ha pure minacciato di morte la ex compagna e il suo papà.

L’imputato ammette integralmente i reati

Di fronte a un curriculum criminoso di questa portata e di una precedente condanna pecuniaria (‘leggera’, per aver viaggiato su un mezzo pubblico senza biglietto e per consumo di droga), la giustizia ha mostrato il suo volto umano, incarnato nella presidente della Corte delle Assise correzionali di Lugano Francesca Verda Chiocchetti, nel procuratore pubblico Daniele Galliano e nel difensore d’ufficio Marcello Baggi. Le parti sono arrivate in aula con un accordo raggiunto dopo la redazione del corposo atto d’accusa, in merito alla condanna nei confronti del 28enne: 20 mesi di carcere sospesi con la condizionale per quattro anni, da dedursi il periodo di detenzione preventiva sofferta (in totale tre mesi). Il dibattimento è così rientrato nella procedura prevista dal rito abbreviato. L’imputato ha in effetti ammesso integralmente tutti i reati che gli sono stati prospettati e ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di uscire dai guai in cui si è messo e di poter vedere più spesso la figlia di un anno e 10 mesi avuta con una ex compagna.

Trattamento ambulatoriale, la strada giusta

Non possiamo parlare, però, di clemenza, né di moderazione nel punire. Semmai, del credito che si è conquistato l’uomo. In aula è stato accertato che, prima del processo, l’imputato aveva già intrapreso un percorso di riabilitazione recandosi regolarmente da uno psichiatra. Anche per questa ragione, la giudice ha considerato adeguata e in linea con la prassi la pena concordata dalle parti. Verda Chiocchetti, però, non ha mancato di augurare all’imputato di non vederlo mai più in un’aula penale: «Le è stata data una possibilità, potrebbe essere l’ultima. Vogliamo dare fiducia al percorso di riabilitazione che lei ha intrapreso. Il trattamento ambulatoriale pare la strada giusta da seguire», ha detto la giudice nella breve motivazione della sentenza, attraverso la quale ha allungato a quattro anni il periodo di prova, nel quale l’uomo non potrà infrangere la legge, altrimenti dovrà scontare la pena. Una sentenza che ha tenuto conto della scemata imputabilità di grado medio che ha accertato la perizia psichiatrica sull’imputato e soprattutto dell’impegno che ha mostrato nel percorso verso la riabilitazione.

Nei confronti dell’uomo sono già state adottate una serie di misure sostitutive alla detenzione, che l’imputato sta rispettando. Si presenta agli appuntamenti settimanali in un servizio ambulatoriale rivolto a persone coinvolte da un problema di dipendenza da sostanze, si sta sottoponendo a controlli tossicologici settimanali e sta continuando l'attività occupazionale in uno spazio attrezzato che propone attività diurne, al fine di impegnare adulti con problematiche riguardanti la dipendenza da sostanze.

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