Luganese

Alla sbarra il 33enne che incendiò la sua cella alla Farera

L'episodio è avvenuto a novembre dello scorso anno, causando l'evacuazione del terzo piano della struttura. L'uomo è stato sottoposto a numerose perizie

Una cella della Farera
(Ti-Press/Archivio)
17 agosto 2023
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All’ordine del giorno, oggi, dinnanzi alla Corte delle Assise criminali di Lugano, un episodio di fumo, fuoco e fiamme. Protagonista alla sbarra è il 33enne residente nel Luganese che a novembre dello scorso anno è stato coinvolto in un incendio scoppiato nella sua cella al carcere della Farera a Cadro. L’uomo deve rispondere delle accuse di incendio intenzionale. «Volevo andarmene da lì», ha dichiarato oggi in aula. E così, accendino alla mano, ha dato fuoco ai suoi vestiti, scatenando un rogo al terzo piano della struttura nella quale erano presenti 26 detenuti e tre agenti di custodia, due dei quali hanno necessitato di attenzione medica per intossicazione da fumo.

Il 33enne è stato oggetto di numerose valutazioni peritali, e il medico perito ha rilevato trattarsi di un quadro clinico complesso in cui coesistono almeno due patologie: il ritardo mentale (lieve) e il disturbo psicotico. Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha proposto una misura terapeutica stazionaria.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Olivier Ferrari, ha sottolineato come la Farera non sia la struttura adatta ad accogliere un caso del genere. D’accordo anche la Corte, presieduta dal giudice Mauro Ermani (giudici a latere Siro Quadri e Monica Sartori-Lombardi), che entro mezzogiorno emetterà la sentenza.

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