Luganese

In sei sequestrano un 19enne: in Appello inasprite le pene

Per il mandante delle spedizioni di violenza la condanna è lievitata a 8 anni. Quattro imputati sono stati riconosciuti colpevoli di tentato omicidio

In sintesi:
  • La vittima, un 19enne del Mendrisiotto, è stata più volte picchiata
  • In un episodio è stata usata anche una spranga per colpire il giovane
Il dibattimento alla Carp si è tenuto lo scorso 16 maggio
(Ti-Press)
26 giugno 2023
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La Corte d’appello e revisione penale ha deciso. Tutti e sei gli imputati sono stati riconosciuti, in correità fra di loro, colpevoli di sequestro di persona e rapimento, nonché di ripetute tentate lesioni gravi. Ciascuno di loro, secondo la Corte, presieduta dal giudice Angelo Olgiati, è responsabile di aver sequestrato, picchiato e umiliato in più occasioni, tra il 2020 e il 2021, un 19enne del Mendrisiotto, costringendolo a salire in auto per poi malmenarlo prima ad Ambrì e in seguito nella discosta e buia zona di industriale di Vezia per dosi di droga non onorate. Luogo in cui il giovane venne preso a sprangate, abbandonato nel sangue e nel terrore. Per questo secondo e brutale episodio la Corte ha ritenuto quattro di loro colpevoli in correità del reato di tentato omicidio. Motivo per il quale vi è stato un severo inasprimento delle pene inflitte in primo grado a febbraio 2022 dal giudice Amos Pagnamenta. Ad aver presentato ricorso era stata la procuratrice pubblica Valentina Tuoni, affinché venisse confermata l’ipotesi principale di correità per tutti i partecipanti alle inaudite aggressioni, e tre imputati, di cui uno per incidentalità.

L’elenco delle violenze è agghiacciante: il 19enne fu preso a sprangate, trascinato in auto attaccato a una corda per 900 metri a tutta velocità, messo sopra la vettura con le dita chiuse tra i finestrini. Preso a pugni, calci, sberle e minacciato con benzina e fuoco. Un episodio, definito dalla pubblica accusa come «una delle pagine più vergognose della storia giudiziaria del nostro cantone».

Al capobranco otto anni di carcere

Il 34enne colombiano, considerato la mente e il mandante della serie di violenze, che vantava nei confronti della vittima il credito di droga di 2mila franchi – lievitati poi a 7mila con interessi –, dovrà scontare 8 anni di carcere, due in più rispetto a quanto ordinato in prima istanza. Per la Carp, l’imputato ha tentato di uccidere intenzionalmente, con dolo eventuale, il 19enne, colpendolo con un numero imprecisato di calci alla testa e sprangate mentre si trovava a terra.

Confermata invece la misura dell’espulsione dal territorio elvetico per 10 anni. Per l’uomo, difeso dall’avvocato Samuele Scarpelli, il magistrato aveva proposto una pena di 11 anni di carcere e 15 di espulsione definendolo come il regista: «Colui che ha reclutato e promesso compensi al branco». Per Tuoni è colui che «ha incitato il gruppo, insensibile, dettando l’inizio e la fine di ogni spedizione punitiva». Spinto da «egoismo, freddezza, sadismo: ha agito spinto da un movente futile».

Anche altri tre colpevoli dello stesso reato

Oltre al mandante, anche altri tre imputati sono stati riconosciuti colpevoli in correità di tentato omicidio per l’episodio di Vezia, in cui la vittima venne presa a sprangate. Uno è il 22enne rumeno, difeso dall’avvocato Stefano Camponovo, che aveva impugnato la sentenza di primo grado chiedendo l’annullamento dell’espulsione. Per 7 anni dovrà dunque abbandonare il suolo svizzero. Gli altri sono un 24enne serbo, tutelato dall’avvocata Sabrina Aldi, e un 29enne italiano, rappresentato dal legale Yasar Ravi, a mente dell’accusa rappresentava il braccio destro del 34enne. Le pene inflitte sono rispettivamente di 7 anni e mezzo, 6 anni e 9 mesi, 6 anni e mezzo. Cresciute rispetto alle condanne di primo grado di cinque anni per il 22enne rumeno per il 24enne serbo e di 4 anni e 8 mesi per il 29enne italiano.

Ai due imputati non coinvolti nelle aggressioni di Vezia, un 23enne e un 22enne del Luganese la Carp ha comminato condanne più ‘miti’. Al primo una pena di 4 anni e mezzo per tentate lesioni gravi ripetute, coazione e omissione di soccorso. In effetti, il 23enne, a Vezia, avrebbe deciso di non prestare soccorso alla vittima, lasciandola nuda e ferita al gelo invernale. Al 22enne è invece toccata una pena inferiore: 3 anni.

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