Luganese

L’Associazione Me-Wa inaugura in Benin un pozzo per l’acqua

Lo scorso 5 aprile a Sèdjè è stato messo in funzione un castello per l’erogazione dell’oro blu. Circa 5’000 le persone che potranno usufruirne

Uno scorcio di un villaggio del Benin
(Me-Wa)
8 maggio 2023
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Acqua potabile per circa 5’000 persone in Benin. Questo l’ultimo aiuto benefico dell’Associazione Me-Wa. La struttura, denominata ‘castello per l’acqua potabile’, è stata inaugurata lo scorso 5 aprile nel villaggio di Sèdjè. Per la realizzazione di questo progetto, indica l’ente in una nota, sono stati coinvolti diversi benefattori, tra cui il Comune di Riviera, la sezione svizzera dell’Associazione nazionale Alpini, gruppo Ticino e il gruppo Canzoni e Costumi ticinesi di Bellinzona.

Il progetto realizzato quest’anno

Il castello d’acqua è un pozzo con una profondità di circa 30 metri che, tramite una pompa elettrica a immersione alimentata da un generatore, incanala l’acqua in un serbatoio. Questa profondità non è scelta a caso, in quanto, come ci spiega Franco Ferrero, membro del comitato dell’associazione benefica, «a 10 metri la falda acquifera non è pulita, quindi bisogna andare maggiormente in profondità». Questo castello d’acqua permette poi di distribuire acqua pulita, ma soprattutto potabile, alla popolazione. Il costo del progetto, la cui costruzione è stata conclusa nell’arco di circa un mese, si aggira intorno ai 15’000 franchi.

Per raggiungere questa somma è stata inizialmente avviata una raccolta fondi nel 2019, che, purtroppo, a causa della pandemia da Covid-19 si è dovuta sospendere. Il tutto è stato poi rimandato al 2022, quando, grazie a una cena e a un concerto di beneficenza organizzati a Lodrino dal comitato dell’Associazione Me-Wa, con all’aiuto del già citato Gruppo Cantori e Costumi ticinesi di Bellinzona, è stato possibile raggiungere la somma necessaria alla realizzazione del pozzo. Inizialmente, nella seconda metà del 2023, era prevista la realizzazione di una mensa scolastica nella scuola primaria di Adjarko. Purtroppo quest’ultimo progetto, del valore di circa 30’000 franchi è stato momentaneamente accantonato.

Numerosi i progetti portati a termine

Tra i vari progetti portati invece a compimento si possono annoverare l’introduzione del programma contro l’analfabetismo Collège d’Enseignement Général (Ceg) di Gbessou, scuola pubblica creata nel 2004 nel comune lacustre di Sô-Ava. C’è poi stata la costruzione di un altro castello d’acqua potabile a Djego-Gbahou nel 2011 e la costruzione sia di una scuola materna che di gabinetti, con adduzione di acqua potabile, per le scuole a Djègo-Topka nel 2019. Tutti i progetti appena citati seguono diversi obiettivi imposti da Agenda 2030.

Pozzi d’acqua e molto altro

L’Associazione umanitaria ticinese è principalmente attiva nella repubblica del Benin, stato dell’Africa Occidentale di lingua francese confinante con Nigeria, Niger, Burkina Faso e Togo. Me-Wa, con sede in Capriasca, è un sodalizio benefico a scopo umanitario e di aiuto allo sviluppo che nasce nel 1998. Il nome deriva dalla lingua Fon e significa: ‘me’, la persona, e ‘wa’, che viene incontro. A oggi, a ventiquattro anni dalla sua nascita, sono molti i progetti portati a termine.

L’organizzazione persegue obiettivi volti alla salvaguardia dei diritti umani, il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e la promozione di diversi settori quali: l’educazione, la cultura, l’assistenza alle famiglie e molto altro. Un esempio concreto dell’operato dell’Associazione è il progetto per dare sostegno ai bambini nati in contesti svantaggiati partito nell’ormai lontano 2008. Lo scopo di questo progetto, di natura assistenziale, era, ed è tutt’ora, quello di dare la possibilità a questi bambini di frequentare la scuola e accedere ai servizi sanitari in caso di necessità, affinché possano crescere sani anche seguendo un’alimentazione equilibrata.

Tipologia diversa dal padrinato

Con questa tipologia di progetto di aiuto allo sviluppo, a differenza del padrinato, si “mira a un miglioramento a lungo termine per una comunità più o meno vasta”, come illustrato sul proprio sito dalla stessa Associazione. È dunque lecito dire che assistenza e progetti di sviluppo, oltre che a completarsi a vicenda, siano necessari. A oggi, dopo quindici anni dalla nascita del progetto, la fondazione si occupa di sostenere a distanza circa 35 persone, tra bambini, adolescenti e giovani adulti.

Per chi fosse ulteriormente interessato alle attività e ai progetti proposti dall’Associazione Me-Wa, è possibile consultare il sito web www.infome-wa.ch oppure scrivere una mail all’indirizzo info@infome-wa.ch.

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