Luganese

Trasportavano migranti dall’Italia: tre passatori alla sbarra

Gli imputati portavano, a bordo di un’auto, clandestini da Varese al Luganese, collaborando con un’organizzazione internazionale

In sintesi:
  • A processo alle Assise criminali di Lugano
  • Due imputati risiedono in Ticino
I tre uomini sono stati posti in carcerazione preventiva
(Ti-Press)
29 marzo 2023
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È iniziato questa mattina, mercoledì, alla Corte delle Assise criminali di Lugano il processo a tre cittadini iracheni, accusati di aver trasportato illegalmente oltre duecento clandestini da Varese a Lugano, in attesa che questi venissero poi portati in Germania, loro destinazione finale. Due degli imputati risiedono in Ticino, uno (55 anni) a beneficio dell’Assicurazione invalidità a causa di un infortunio sul lavoro, mentre l‘altro (55 anni) era mantenuto dall'assistenza, mentre il terzo (39 anni) è un senza dimora che ha vissuto illegalmente in Svizzera per diversi anni; gli avvocati difensori sono rispettivamente Yasar Ravi, Andrea Cantaluppi e Davide Ceroni. I tre erano stati arrestati nel settembre del 2022 grazie a un‘intricata operazione della Polizia cantonale in collaborazione con le forze dell‘ordine zurighesi. Sono tutti sospettati di far parte con ruoli differenti di un sodalizio internazionale dedito da tempo al trasporto (attraverso la Svizzera e a scopo di lucro) di migranti provenienti dall'Italia e diretti in Germania o nel Nord Europa.

Ancora diversi i punti da chiarire, dal momento che le versioni degli imputati contrastano tra loro, sia sul ruolo rivestito da ciascuno all'interno dell'operazione, sia sul denaro ricevuto. L‘imputato difeso da Ravi nega anche le proprie affermazioni ricavate dalle intercettazioni telefoniche, asserendo di non sapere che le persone che trasportava pagassero una cifra elevata per il trasporto. Sembra essere di almeno 900 franchi a persona il costo che i trasportati erano costretti a pagare per essere portati da Varese fino a Paradiso, dove attendevano di essere trasportati in seguito in Germania. Dato l'ammontare della cifra, l‘imputazione è di usura aggravata, oltre che d'incitazione aggravata all'entrata e al soggiorno illegale. La Corte è presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, mentre la procura pubblica è rappresentata da Chiara Buzzi.

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