Luganese

Accoltellamento in piazza Dante: ‘È stato tentato omicidio’

La corte delle Assise criminali ha condannato il 32enne a 3 anni e 9 mesi sospesi in favore di un trattamento stazionario per curare le sue dipendenze

Il luogo del ferimento
(Ti-Press)

«Chi agisce in questo modo non può non prendere in considerazione l'eventuale morte della vittima». Con queste parole il presidente della Corte Amos Pagnamenta ha motivato la condanna per tentato omicidio intenzionale nei confronti del 32enne, che lo scorso maggio aveva ferito con un taglierino un uomo in piazza Dante a Lugano. La pena, che comprende anche altri capi d'accusa tra i quali ripetuta violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari e ripetuta infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni, è stata stabilita a 3 anni e 9 mesi sospesi a favore di un trattamento stazionario. Quest'ultimo per curare le sue dipendenze da alcol e altre sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda i problemi psichici, riscontrati da una perizia, l'autore dell'accoltellamento dovrà sottoporsi a un trattamento ambulatoriale.

A orientare la Corte delle Assise criminali verso la condanna per tentato omicidio intenzionale sono state le registrazioni della videosorveglianza e la testimonianza della vittima. «L'imputato ha portato il fendente all'altezza del viso e del collo, facendo un movimento dall'alto verso il basso», ha ricordato Pagnamenta. La colpa del 32enne è stata giudicata estremamente grave dal punto di vista soggettivo: «Era a conoscenza della sua tendenza ad avere reazioni violente quando beve, prende farmaci e porta con sé oggetti pericolosi». Nonostante la «poca credibilità» dell'imputato, nella commisurazione della pena la Corte ha considerato la sua collaborazione e la scemata imputabilità di grado medio risultata dalla perizia psichiatrica.

Oltre alle imputazioni già citate, il 32enne è stato inoltre condannato per alcuni capi d'accusa legati anche ad altre occasioni. Ovvero ripetuto danneggiamento, tentato furto, ripetuta contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti e ripetuta contravvenzione alla Legge federale sul trasporto viaggiatori.

La procuratrice pubblica Valentina Tuoni chiedeva una pena di 4 anni altrettanto sospesa a favore di un trattamento stazionario. Mentre la difesa, rappresentata dall'avvocato Nadir Guglielmoni e da Loris Giudici, si era battuta per un derubricamento dell'accusa principale a lesioni semplici e dunque a una pena minore.

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