Luganese

Incendio, droga e violenza, un 40enne rischia fino a 34 mesi

Oggi a processo un ticinese per una lunga lista di fatti avvenuti negli ultimi dieci anni. Gran parte dei reati è legata alle sue dipendenze

L’imputato ha mostrato spesso atteggiamenti violenti
(Ti-Press)
15 marzo 2023
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È certamente un uomo dal passato turbolento quello comparso oggi davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano, accusato di una lunga lista di reati, tra cui spiccano incendio intenzionale, infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e lesioni semplici, in parte con oggetto pericoloso. A questi vanno poi aggiunti un tentato rapimento, tentato favoreggiamento, coazione (subordinatamente estorsione) e diversi casi di minacce, ingiurie e danneggiamenti. Un curriculum di tutto rispetto quello del 40enne ticinese, per cui il procuratore pubblico Pablo Fäh ha richiesto una pena detentiva tra 32 e i 34 mesi, di cui la metà da espiare, più una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere del valore di 10 franchi ciascuna, interamente da pagare. Considerati i trascorsi dell’imputato e l’alto rischio di fuga, l’uomo è stato messo in stato di carcerazione, almeno per la durata del processo. I fatti sono avvenuti tra il 2013 e il 2022.

Un passato difficile e problemi di dipendenza

Il 40enne non ha avuto un’infanzia facile, è emerso durante l’interrogatorio del presidente della Corte Marco Villa, avendo a che fare sin da piccolo con una madre tossicodipendente che lo ha portato a lasciare casa all’età di 16 anni. Da allora si è barcamenato in una vita priva di stabilità, dove la mancanza di un lavoro fisso e seri problemi di dipendenza dalla cocaina e dalla marijuana (confermati anche dalla perizia psichiatrica) sembrano essere stati l’unica costante.

Ed è in questo stato che «ha continuato a delinquere in una situazione ciclica di scompensi» ha affermato Fäh, arrivando nel 2013 a dare fuoco a una macchina senza apparente motivo, per poi venire incastrato nel 2018 dalle analisi del Dna (l’imputato contesta i fatti); o a mostrare più volte segni di un’attitudine violenta che è culminata nel gennaio del 2022, dove ha aggredito il custode del proprio appartamento spaccandogli un vaso in testa e rompendogli un dito a morsi. Per questi ultimi fatti, l’imputato ha inoltre sporto denuncia sostenendo di essere lui la vittima dell’aggressione. Gli altri capi d’imputazione sono generalmente legati all’uso e abuso di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. Eccezion fatta per l’incendio intenzionale, l’imputato ha ammesso i fatti.

Diversi tentativi di riabilitazione falliti

Non che non si sia tentato di far fronte a questi problemi con diverse misure nel corso degli anni, tutte fallimentari a causa dell’atteggiamento incostante e turbolento dell’imputato. Tra queste misure vi è stato anche il ricovero a Villa Argentina nel 2018, da cui però il 40enne è stato espulso dopo soli tre mesi, a seguito di atteggiamenti gravi e resistenza alle regole. Un problema, dal momento che la perizia psichiatrica ha ritenuto opportuno un trattamento stazionario, e Villa Argentina costituisca di fatto l’unica struttura in Ticino dove questo sia possibile. Cionondimeno, la struttura si era detta disponibile, a seguito della perizia, di rivalutare il caso del 40enne, se non fosse che questo ha mancato di presentarsi al colloquio. «Una prognosi assolutamente negativa» secondo il procuratore pubblico.

Nel corso del pomeriggio si esprimerà la difesa, rappresentata dall’avvocata Federica Rella. La sentenza è attesa entro sera.

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