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Lugano, gli aiuti sociali anti-rincari costano almeno 10 milioni

Il Municipio stima la spesa e non condivide la proposta della Commissione, a sostegno dei ceti medio-bassi, per lenire gli aumenti ‘elettrici e sanitari’

Durante una seduta di Consiglio comunale a Palazzo Civico
(Ti-Press/Archivio)
28 febbraio 2023
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Dieci milioni di franchi: è questo, in estrema sintesi, il costo degli aiuti sociali, che si potrebbero (o meglio, si vorrebbero) concedere alle persone e alle famiglie in difficoltà economica, per contrastare i rincari delle bollette elettriche e del gas annunciati dalle Ail Sa, per il 2023, (rispettivamente del 32% e del 40%) e dei premi delle casse malati (+ 9,2%). Lo ha quantificato (in una stima al ribasso) il Municipio di Lugano, coinvolto dalla Commissione delle petizioni del Consiglio comunale, in merito al nuovo Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale (che dovrebbe sostituire quello in vigore dal 2007). Una presa di posizione, quella dell’esecutivo, destinata a far discutere parecchio.

La Commissione ha fatto i compiti

Sì, perché, dopo l’emendamento bocciato dalla maggioranza del Consiglio comunale lo scorso dicembre, gran parte dell’emiciclo, esecutivo e sindaco di Lugano compresi, si erano espressi a favore di un sostegno per contenere gli effettivi aumenti di quest’anno. E la questione relativa agli aiuti sociali proposti dalla sinistra e dal Centro, che aveva sollevato dispute in merito allo strumento adeguato per concederli, era stata delegata nell’ambito della revisione del Regolamento ‘sociale’ di Lugano. Ora, la Commissione delle petizioni i compiti li ha fatti, coinvolgendo pure l’esecutivo cittadino. La bozza di rapporto, redatta dai relatori Laura Méar (Plr) e Raoul Ghisletta (Ps), è pronta ed è stata messa a disposizione, assieme alle osservazioni del Municipio, dei sessanta consiglieri comunali.

Si evita un intervento una tantum

La Commissione delle petizioni, come detto, aveva raccolto le preoccupazioni emerse dai vari gruppi in Consiglio comunale nell’ultima seduta del 2022. Nella bozza di rapporto, i due relatori propongono d’introdurre un emendamento per fare in modo che il Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale possa aiutare le persone sole e le famiglie del ceto medio-basso, sia nel pagamento dei premi cassa malati, sia in quello delle fatture dell’elettricità/gas domestiche. La proposta evita un intervento unico e straordinario ma indica una soluzione per valutarlo anche in futuro.

La soluzione: il monitoraggio politico

Il nuovo articolo 2, capoverso 3, che si vorrebbe inserire nel regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale recita così: "Le prestazioni comunali coprono il pagamento dei premi dell’assicurazione malattia obbligatoria e delle spese energetiche domestiche. Il Municipio valuta annualmente l’impatto finanziario del capoverso e informa il Consiglio comunale sulla sua applicazione nell’ambito dei consuntivi derogando dal principio dell’intervento unico e risolutivo". L’esecutivo è inoltre chiamato a informare il Consiglio comunale nell’ambito dei consuntivi. In altre parole, il nuovo articolo è stato formulato in maniera tale da consentire "un monitoraggio politico sulla sua attuazione anno dopo anno".

L’esecutivo invoca la ‘filosofia’

Quella del Municipio di Lugano sono ragioni di natura finanziaria e di ‘filosofia’ del regolamento che verrebbe snaturata nel caso in cui il Consiglio comunale dovesse accogliere le proposte formulate dalla bozza di rapporto. In particolare, scrive l’esecutivo, "aggiungendo all’art. 2 il cpv. 3, si snaturerebbe la filosofia del regolamento che resta quello di sostenere le persone che si trovano in una situazione di momentanea difficoltà; le spese indicate nel nuovo paragrafo sono ricorrenti e sono già riconosciute in altri ambiti di aiuto (riduzione del premio Lamal, assegni figli integrativi, assegni prima infanzia e assistenza). Riconoscerle tramite Regolamento, porrebbe un problema a livello di applicabilità oltre che confusione nell’utenza che non saprebbe a quale strumento far capo".

I ‘problemi di ordine finanziario’

Il Municipio di Lugano non condivide la proposta perché implicherebbe un impatto finanziario significativo: "Dallo studio povertà (eseguito dalla Tiresia) con dati fiscali 2016, emergeva che vi era un rischio di povertà del 5% della popolazione. Tradotto in cifre, circa 3’000 ‘unità di riferimento’ a Lugano potevano essere a rischio povertà. Introducendo un aiuto sulla spesa legata all’elettricità, ci potrebbero essere tremila richieste di aiuto per importi di circa 1’200 franchi all’anno. Pari a circa 3,6 milioni di franchi. Non solo. Se anche i beneficiari di assistenza (circa 1’400) chiedessero aiuto per la differenza tra il forfait di 60 franchi al mese riconosciuti per le spese elettriche e la differenza della fattura Ail Sa, si avrebbero potenziali 1’400 richieste per fatture di 480 franchi all’anno. In tutto, l’onere supplementare sarebbe di 600’000 franchi. Un onere supplementare che, in estrema sintesi, stima il Municipio, lieviterebbe a 5,4 milioni all’anno, nel caso si volessero concedere sostegni finanziari per contrastare gli aumenti dei premi di cassa malati.

Come evitare abusi, anzi no

La bozza di rapporto chiede inoltre di stralciare la lettera F dell’articolo 4 del Regolamento, che esclude dalle prestazioni le istanze di aiuto da parte delle persone che fanno richiesta per un importo inferiore al 30% della loro sostanza attiva indicata nell’ultima dichiarazione d’imposta. Un articolo che, invece, il Municipio vorrebbe mantenere, perché vuole evitare abusi e possibilità di accesso alle prestazioni del Regolamento anche per chiedere un importo esiguo quando il richiedente ha comunque una tassazione con sostanza attiva. L’esecutivo, in questo modo, intende escludere che il Regolamento venga utilizzato come mezzo di risparmio. I due relatori chiedono però di stralciare la lettera F dell’articolo 4, perché "ritengono che nella sostanza attiva vi possa essere un veicolo usato a scopi professionali e che l’ultima dichiarazione di imposta possa configurare anche una situazione patrimoniale radicalmente mutata".

La ‘scossa’

Ora che la spesa stimata per gli aiuti sociali è considerevole, il Municipio pare abbia preso la scossa, tanto che ha chiesto di fare marcia indietro. Vedremo come e cosa deciderà il legislativo cittadino. Nel frattempo, occorre ricordare che, dal 1° gennaio di quest’anno, i parametri del Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale della Città di Lugano sono stati adeguati del 2,5%. L’adeguamento è stato adottato dal Municipio sulla base del rincaro e in conformità con la rivalutazione delle prestazioni cantonali del 2,5% applicata alle rendite Avs e alle prestazioni complementari. Una decisione che darà una boccata d’ossigeno a diverse famiglie. La parola passa dunque al Consiglio comunale che sarà chiamato a decidere quanto si vorrà effettivamente spendere, per contrastare i rincari ‘elettrici e sanitari’.

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