Luganese

‘(Cyber)Sbullo’, la prevenzione inizia dai banchi di scuola

Torna a Lugano, con un nuovo nome, la campagna di sensibilizzazione della Polizia con i ragazzi di quinta elementare

Contro violenza giovanile e altri illeciti associati alle attività in internet
(archivio Ti-Press)
22 febbraio 2023
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Inizierà il 1° marzo e coinvolgerà le 26 classi di quinta elementare dell’Istituto scolastico della Città di Lugano la campagna di sensibilizzazione ‘(Cyber)Sbullo’ proposta anche quest’anno dalla Polizia Città di Lugano con la collaborazione del Gruppo visione giovani della Polizia cantonale. Le classi, per un totale di 486 allievi, incontreranno il caporale Patrick Bruehwiler e l’appuntato Stefan Bialik per una lezione di due ore dedicata alla prevenzione della violenza giovanile e di altri illeciti associati alle attività in internet. Lunedì 27 febbraio i due agenti terranno una serata informativa sulla campagna rivolta principalmente ai genitori degli alunni di quinta elementare. L’appuntamento è per le 20.15 nella sala multiuso della scuola elementare della Gerra (via Trevano 86).

Giunta alla nona edizione, la campagna è nata nel 2015 in risposta al fenomeno della violenza giovanile e si rivolge a coloro che, nonostante la giovanissima età, sono o potrebbero essere confrontati a breve sia con il fenomeno della violenza giovanile, sia con il fenomeno delle molestie su internet. Tra i temi che saranno affrontati ci sono gli illeciti associati alla violenza giovanile; i valori del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento; internet, tablet e smartphone, dei social network e di tutto quello che vi ruota intorno; riconoscere e affrontare i rischi che si possono incontrare navigando in rete e sui social network, trovando gli strumenti necessari per difendersi da essi; misure di protezione dei propri dati personali, foto o selfie che si caricano sui social network; necessità di comunicare immediatamente le situazioni rischiose ai propri genitori e a dialogare apertamente con i docenti a scuola.

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