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Anche la Boliviana saluta Massagno

Ennesimo abbattimento in vista per una villa storica sulla collina: al suo posto il “solito” residence multipiano

(Ti-Press/GIaninazzi)
18 febbraio 2023
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«Pensi che la chiamavano la piccola Toscana». Un massagnese dalla memoria lunga sfoglia l’album dei ricordi: case, ville, prati e cascinali su vecchie foto ingiallite. Alcune case portavano nomi di Paesi del Sudamerica, ci dice: emigrati che avevano avuto successo, e che al ritorno potevano concedersi il sogno di una lussuosa abitazione nel luogo d’origine. Come Villa Argentina, già passata sotto le ruspe.

Ora tocca alla Boliviana: unica villa superstite in via Genzana, dove negli ultimi anni sono spuntati come funghi nuovi complessi residenziali più o meno di lusso, dal ponte di ferro fin giù alla via San Gottardo. La domanda di demolizione è apparsa giovedì 16, assieme alla domanda di costruzione per una palazzina da 19 appartamenti (altezza alla gronda 16 metri), operazione peraltro confermata dalle modine pure spuntate negli scorsi giorni.

In realtà non si conoscono molti dettagli di questa villa, dalle forme tonde e lussuose, dall’ingresso addirittura monumentale, praticamente foderata da un fittissimo parco che la rende quasi invisibile dalla strada, e forse proprio per questo conosciutissima dai residenti.

Anche la data di costruzione è un po’ incerta; da nostre informazioni risale agli anni 50 dello scorso secolo. Qualcosa di più si conosce riguardo lo storico proprietario: Platone o Plato Ladavac. Di origine straniera, fece fortuna nel campo dei trasporti su mare e su rotaia, in particolare con i vagoni-cisterna. Classe 1913, morì nel 2002 e riposa nel cimitero di Massagno. Era tra l’altro benefattore della locale sezione degli esploratori. La proprietà è in seguito passata a una sua congiunta.

La villa non sarebbe più abitata permanentemente da anni anche se il giardino ancora recentemente sembrava ben curato e delle bandiere garrivano al vento sulla proprietà. Più che per una notorietà di tipo storico-architettonico, la Boliviana conserva il fascino del lusso e del mistero, essendo appunto così nascosta dalla vegetazione che si scorge a fatica dalla strada.

Una ‘silenziosa presenza’ che sembra destinata a sparire, salvo colpi di scena durante la procedura edilizia. Se ne va così un’altra delle ville che punteggiavano i nuclei tradizionali di Massagno: ultima vittima illustre Villa Foglia, il cui profilo classicheggiante si stagliava su via San Gottardo, finita sotto le ruspe anche in questo caso per far spazio a un palazzo di appartamenti. Alcune ville d’epoca resistono, ma devono fare i conti col ‘progresso’, come quella risalente agli anni 20, nel quartiere Bomborozzo (via al Ponte), che si vede crescere praticamente addosso un nuovo palazzo moderno. Come quello, pochi metri più lontano, all’angolo con via Lisano, che sta prendendo il posto di una vecchia casa di tre piani. Altri pochi metri ed ecco un terzo residence, questo già completato, sull’ex campo del tennis. Tornando in via Genzana e dintorni, il fervore edilizio negli ultimi anni è stato quasi apocalittico: basti osservare l’area dell’ex albergo Washington dove i grossi palazzi di nuova costruzione ormai si sfiorano.

Un fenomeno non soltanto massagnese, bisogna dire; gli appelli e i ricorsi della Stan (società per l’arte e la natura) hanno in qualche caso fermato pesanti operazioni edilizie, ma più spesso cadono nel vuoto di fronte ai piani regolatori e ai (legittimi) interessi dei proprietari, solitamente gli eredi di chi quelle ville le vollero e le vissero. Nel confinante comune di Lugano per arginare la scomparsa di case storiche è attualmente in consultazione una variante di Piano regolatore che propone la protezione di 131 oggetti meritevoli. Resta il dubbio che questa tipologia di immobile, la villa lussuosa in ambiente cittadino, non sia così facilmente commerciabile o affittabile, a giudicare dagli annunci immobiliari: a Massagno sulla sola collina dei Tre Pini risultano in vendita almeno tre ville multimilionarie. Tra queste, Villa Elisa recentemente battuta all’asta in una procedura esecutiva e acquisita, per 15 milioni di franchi, da un istituto di credito.

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