Il Ricordo

La città perde Lino Gabbani e un pezzo di storia

L‘ex presidente della Società dei commercianti di Lugano Paolo Poretti: ‘Tutto il settore deve molto alle sue iniziative negli anni d’oro’

Lino Gabbani, in un’immagine di quando era giovane
(Gabbani.com)
14 febbraio 2023
|

Indossava quasi sempre quel grembiule da lavoro, che non toglieva mai, nemmeno quando partecipava alle riunioni di lavoro o alle assemblee dei commercianti. Era simpatico, affabile e generoso ma anche un gran lavoratore che sapeva parlare alle persone. Con la morte, domenica, di Lino Gabbani, 88 anni, che negli anni Sessanta riprese il negozio di famiglia, Lugano ha perso un personaggio e un pezzo di storia cittadina.

Bollag: ‘Un amico vero’

Il suo grande amico (ed ex consigliere comunale Plr di Lugano) Elio Bollag, lo ricorda così: «Ai tempi eravamo entrambi commercianti e avevamo già qualcosa in comune. Siamo diventati veri amici, tanto da vivere assieme le prime avventure. Rimembranze, queste, di una ‘scapestrata gioventù’. Poi, però, col passare degli anni, l’amicizia si è consolidata. Nella mia vita, non ho mai avuto a fianco una persona così generosa. Con lui avevo un’amicizia senza condizioni. Se avevo bisogno di lui, mai che mi avesse risposto che non aveva tempo». Negli ultimi tempi, continua Bollag, «ho vissuto purtroppo la brutta esperienza di vederlo deperire, perché era malato, e questo mi rendeva depresso, siccome gli volevo bene».

Pioniere del settore

L’ex presidente della Società dei Commercianti di Lugano Paolo Poretti tratteggia Lino Gabbani come uno «dei punti di riferimento del commercio della città di Lugano. Il suo negozio, che ora è condotto egregiamente dai figli, era uno di quelli storici rimasti in centro. Lino Gabbani è stato sicuramente un pioniere. Il commercio di Lugano deve molto alle sue iniziative e al suo dinamismo. Me lo ricordo con il grembiule: era un gran lavoratore ed è stato uno dei personaggi che ha contribuito a far conoscere il nome della città Oltregottardo e al di là dei confini nazionali».

Secondo l’ex presidente della Società dei commercianti di Lugano, Lino Gabbani «è stato uno dei rappresentanti del ‘vecchio commercio di una volta’, portato avanti da una serie di personaggi della sua generazione, come i miei genitori e mio zio, i Macconi, i Colombo e i Poggioli, solo per citarne alcuni. Personaggi che hanno fatto la storia del commercio in città, dal Dopoguerra, nei decenni di maggiore sviluppo di Lugano, quando si parlava di Boom economico. Allora, la Piazza finanziaria era forte, erano anni d’oro, non solo per il commercio, ma per tutta l’economia cittadina».

Ménasche: ‘Un grande uomo’

Alberto Ménasche, ex presidente della Federcommercio e protagonista del periodo d’oro del commercio cittadino e della Manor parla di Lino Gabbani come una personalità che spiccava nella piazza: «È stato un grande uomo, pieno di energie e di idee innovative. Negli ultimi tempi non è stato bene e avevo perso il contatto personale che avevo con lui. Comunque posso dire che è stato un grande uomo che, tramite le sue iniziative innovative, ha saputo far crescere la città e la sua ditta, che ora viene portata avanti molto bene dai suoi figli».

‘La Città dovrebbe ringraziarlo’

Lo ricorda con affetto e tristezza, anche Flavia Poggioli Jacobs: «Lino Gabbani, oltre che un caro amico di lunga data, era un uomo pieno di idee e di entusiasmo. Era amico anche di mio padre Demetrio Poggioli. Assieme ad altri commercianti, fondarono il Club del centro (nel 1977, un’emanazione della Società dei commercianti di Lugano, creata per promuovere la città, che introdusse il primo trenino che girava al Parco Ciani e gli slogan "Lugano Città del mio cuore" o "Lugano ti amo, ndr.). Ho avuto modo di incontrarlo pochi mesi fa, sempre con gli occhi vivaci e il suo spirito brillante, pronto alla battuta. La Città di Lugano dovrebbe ringraziarlo per tutto quello che ha fatto».

Lascia un vuoto

Lino Gabbani lascia un vuoto nel cuore di molti a Lugano. Dagli anni Sessanta, assume la responsabilità della bottega di famiglia avviata nel 1937 dal papà Domenico e amplia l’impresa con scelte imprenditoriali azzeccate, tra le quali spiccano i primi catering, e la selezione dei prodotti regionali, svizzeri e del mondo. Anche se i tempi non erano maturi, la piccola azienda familiare già allora puntava sulla gastronomia. Con l’inizio del Boom economico, il successo non tardò ad arrivare. Gabbani si sviluppò e diventò, nel mercato luganese, un marchio di prestigio per specialità ricercate, raffinatezza e qualità, che si mantiene tuttora con la conduzione dei figli Domenico e Francesco.

La cerimonia di commiato avrà luogo giovedì 16 febbraio alle 14 nel Tempio Crematorio. Ai familiari giungano le condoglianze de laRegione.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE