Luganese

Le oasi di Vezia, idee per un paese più visibile

Dai luoghi di aggregazione a piccole aree di ristoro, molte le proposte pervenute dalla cittadinanza

Il Parco di Villa Morosini
(Ti-Press)
30 novembre 2022
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Che cosa rende un paese piacevole da vivere? I servizi, certo. Il paesaggio, perché no. Ma sono i punti d’incontro, di sosta, di passaggio a rendere speciale un posto. Una panchina, una fontana, uno spiazzo alberato, per cominciare. È in questa direzione che si è mosso il Comune di Vezia attraverso un progetto chiamato "Laboratorio di villaggio", in collaborazione con Espace Suisse, associazione per la pianificazione del territorio. Alla base c0è un vasto coinvolgimento della cittadinanza chiamata a esprimere desideri, critiche, suggestioni ma anche offerte concrete, per esempio mettendo a disposizione un angolino del proprio terreno. I primi risultati sono stati presentati in una conferenza pubblica presso il Centro Civico. Le urgenze individuate vanno dallo stare insieme, spazi aggregativi in senso lato, alla possibilità di spostarsi più agevolmente, all’eccesso di cemento e la relativa scarsità di verde, tutti suggerimenti che dovrebbero portare a delle "oasi", suddivise in tre livelli di importanza.

Una quarantina le persone che il Municipio è riuscito a coinvolgere in questa prima fase del lavoro, in gran parte quelle presenti alla serata pubblica introdotta dal sindaco di Vezia Roberto Piva. Il vicesindaco Alan Vismara che ci spiega il senso della procedura. «Il progetto di Laboratorio del villaggio nasce dalla necessità del Comune di affrontare determinate sfide, in particolare la scheda R6 del Cantone che impone a tutti i Comuni una verifica delle zone edificabili e la stesura di un Pac, che è un documento strategico per la pianificazione del territorio. Così abbiamo pensato a un workshop con i cittadini e pure le aziende del territorio. L’obiettivo era capire cosa manca, quali sono i punti critici e quelli forti. All’interno di questo laboratorio organizzato da Espace Suisse, sono emersi diversi elementi, da quelli più ovvi come la strada cantonale che è una ferita nel nostro paese, a quelli più piccoli, come la sensazione che non ci sia territorio per il cittadino. Spazi come panchine, fontane, piccole cose che però in realtà fanno subito la differenza». Come procedere allora? «Il documento di Espace Suisse dice che bisogna intervenire su tre livelli: le oasi di prossimità, le oasi generatrici e l’oasi centrale, che è la via San Gottardo, temi che chiaramente hanno una complessità diversa. Oggi ci concentriamo sul primo livello, la prossimità, che sostanzialmente è un appello alla cittadinanza, a continuare questo lavoro con noi. Il Comune farà da team leader, poi però ci aspettiamo che proprietari, privati, aziende partecipino alla restituzione del territorio ai suoi cittadini. Noi abbiamo ipotizzato tre modi per poterlo fare: attraverso un’idea, o la messa a disposizione di un terreno privato, magari solo in determinate fasce orarie, o ancora finanziando queste opere».

Dalla sala sono arrivati applausi ma anche qualche osservazione critica, riguardo ad opere importanti finora non decollate - in particolare la riqualifica di via San Gottardo - e la qualità di questi interventi.Su quest’ultimo punto la rappresentante di Espace Suisse, Francesca Pedrina, ah consigliato di lasciare libera espressione alla spontaneità degli abitanti, che spesso sorte i migliori risultati. Il lavoro continua e il Municipio promette di mettere presto mano alle opere proposte, sperando nella collaborazione dei privati interessati.

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