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Medie, scatta la perizia psichiatrica sul direttore arrestato

E anche il Ps invoca la massima chiarezza sulla vicenda: ‘Amministrazione e Dipartimento facciano tutti gli approfondimenti necessari e in tempi celeri’

Il 39enne è in detenzione preventiva alla Farera
(Ti-Press)
22 settembre 2022
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Scatta la perizia psichiatrica sul direttore della scuola media del Luganese finito dietro le sbarre lo scorso 7 settembre con l’accusa di atti sessuali con fanciulli per aver consumato, in due/tre circostanze, rapporti completi con una allieva e per averne palpeggiata (un episodio almeno) una seconda. L’ha disposta nelle scorse ore, come è del resto prassi nei procedimenti penali per reati sessuali, il procuratore pubblico Roberto Ruggeri, titolare della delicata inchiesta. L’indagine prosegue e non sono da escludere importanti sviluppi. È un caso che fa parecchio discutere, che solleva non pochi quesiti e che sta assumendo anche una significativa dimensione politica. In Gran Consiglio sono infatti tre, al momento, gli atti parlamentari pendenti.

La vicecapogruppo socialista: ‘Totale solidarietà alle vittime’

Martedì su questa brutta, bruttissima storia che coinvolge in qualità di imputato il 39enne docente/direttore sono intervenuti il Centro/Ppd, la Lega, il Plr e l’Mps: tramite delle interpellanze, pongono numerose domande al Consiglio di Stato, affinché sia fatta la massima chiarezza. E sollecita massima chiarezza anche il Ps, con una presa di posizione che affida alla vicecapogruppo in Gran Consiglio e già presidente del partito Anna Biscossa. «Da un lato esprimiamo totale e ferma solidarietà alle vittime, dall’altro esigiamo l’assoluta chiarezza su questa vicenda, anche per evitare situazioni come quella riconducibile all’ex funzionario del Dipartimento sanità e socialità – dice Biscossa alla ‘Regione’ –. La giustizia farà quindi il suo corso, ma anche l’Amministrazione cantonale, e in particolare il Dipartimento educazione cultura e sport, dovranno fare, in tempi celeri, tutti gli approfondimenti che si impongono per garantire quella chiarezza che tutti si aspettano». Aggiunge Biscossa: «Chiediamo anche – ed è un aspetto importante – l’assoluta salvaguardia e il rispetto della dignità delle vittime e della loro sfera privata, a maggior ragione in un paese piccolo come il nostro».

‘L’istituzione scuola deve fare di più’

Non è tutto. «Essendo stata direttrice di una scuola e docente per quarant’anni, credo che oggi – sostiene Anna Biscossa – l’istituzione scuola, anche se offre già tanti servizi, debba fare di più. In particolare ci vogliono più formazione e più accompagnamento qualificato. Per i docenti, per gli allievi e anche per i genitori qualora lo richiedano. Perché anche un solo caso è un caso di troppo. Non possiamo permettere che succedano casi come questo, nel mondo della scuola come in altri settori. E per far sì che queste situazioni non si verifichino, occorre compiere un passo in più, per captare i primi segnali e correre ai ripari in tempo utile».

Il Decs incontrerà i genitori

Tra i numerosi interrogativi ancora senza risposta, c’è la carriera lampo del direttore, designato prima vicedirettore, poi responsabile di sede dopo ‘solo’ quattro anni di docenza. Secondo nostre informazioni, la sua nomina sarebbe stata sostenuta dall’ex direttore, con il quale non è stato possibile parlare nonostante vari tentativi di raggiungerlo telefonicamente. Nel frattempo il Dipartimento educazione cultura e sport ha deciso di incontrare le famiglie con figli che frequentano e hanno frequentato la sede scolastica diretta dal 39enne sino al giorno del suo arresto. Lo ha riferito ‘Ticinonews.ch’. Secondo il portale, l’incontro avverrà nel corso della prossima settimana. Ai genitori verranno illustrati, tra l’altro, gli aspetti legati alla nuova conduzione dell’istituto.

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