Luganese

Lite a Ponte Tresa, il gerente non pagava l’affitto da un anno

Il proprietario dello stabile, in cui è avvenuta l’aggressione, aveva ricevuto numerose lamentele dal vicinato e ha intimato un aut-aut al 48enne

Il bar in cui è avvenuta la furibonda lite
(Ti-Press)
24 agosto 2022
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"Oggi chiuso". Così si legge da stamane sulla porta d’ingresso a vetri del Bar San Marco di Ponte Tresa, dove ieri sera attorno alle 19 si è accesa una violenta lite che ha portato in carcere il gerente dell’esercizio pubblico situato in via Lugano 25, un 48enne domiciliato nel Varesotto con l’accusa di tentato omicidio intenzionale, lesioni gravi e aggressione, dopo aver sferrato diversi pugni contro un cliente diffidato dal locale, un 42enne ritenuto problematico da molti, domiciliato nel Luganese, ricoverato con gravi ferite al volto ma che fortunatamente non si è mai trovato in pericolo di morte.

Tanti pugni, ma la vittima non è mai stata in pericolo di morte

Il gerente del bar, unitamente a un suo collaboratore, una sorta di cameriere – denunciato a piede libero per aggressione: nel grave alterco avrebbe partecipato con un ruolo di secondo piano – è già stato interrogato dalla procuratrice pubblica, Marisa Alfier, titolare dell’inchiesta che ne ha disposto la carcerazione. Intanto, da nostre fonti si apprende che il 48enne non pagava l’affitto del bar al proprietario dello stabile da un anno, salvo qualche pagamento negli ultimi mesi, e che aveva ricevuto un preciso aut-aut che lo invitava a saldare gli arretrati, pena la diffida e la rescissione del contratto. Un esito, quest’ultimo, che dopo il fatto di sangue avvenuto ieri sera appare ormai scontato. Eppure, le diverse persone da noi interpellate tra i commerci allineati su via Lugano 25 definiscono il 48enne «un tipo gentile, tranquillo». Qualcuno si dice «sinceramente dispiaciuto». La dinamica dell’alterco è al vaglio degli inquirenti. Sembra comunque che il 48enne italiano, che aveva preso in gerenza il San Marco da circa tre anni, dalla metà del 2019, dopo aver lavorato come aiuto cameriere per il precedente proprietario, fosse confrontato con difficoltà economiche e pertanto messo a dura prova dal profilo professionale, ciò che potrebbe avergli procurato parecchio stress. Frontaliere e assiduo lavoratore, tuttavia non è riuscito a risollevare le sorti finanziarie di un bar che, stando al vicinato, non godeva di buone critiche, anzi. «Un tempo era un rispettoso tea room, con pasticcini, negli ultimi tempi è diventata piuttosto una "bettolaccia"», dichiara un signore della zona.

Il 48enne ieri sera si sarebbe trovato dietro al bancone verso le 19 – un bancone largo pochi metri, di color bianco – quando sull’uscio dell’esercizio pubblico si è affacciato il 42enne. Con una frase del tipo "tu qui non puoi entrare", lo avrebbe ammonito il gerente alludendo alla diffida dal locale intimatagli da un po’. A queste parole, il 42enne si sarebbe scagliato contro di lui rovesciando qualche bicchiere. Di qui il gerente avrebbe perso letteralmente le staffe e, anziché chiamare la polizia o invitare alla calma l’avventore, lo avrebbe colpito a più riprese con una serie di pugni, cagionandogli gravissime ferite al volto (secondo i medici rischia di perdere un occhio). All’aggressione avrebbe preso parte, ma con toni decisamente minori, anche il collega 39enne. «I miei genitori hanno avuto per anni un bar e me lo hanno sempre detto: mai reagire alle provocazioni dei clienti. Quando accade, occorre fare un passo indietro, rinunciare a qualsiasi reazione», assicura un pensionato che abbiamo incontrato in via Lugano 25. Una saggezza e un buon senso che il gerente avrebbe invece completamente ignorato.

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