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Carona, lascia la gerente del ristorante al Parco San Grato

Disdetto il contratto con Lugano Region, mentre la Città sta per acquisire il sedime e i tre immobili ma la compravendita non fa l’unanimità

Un’immagine da cartolina di una parte del parco
(Ti-Press/Archivio)
25 luglio 2022
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Si è rivelata più complicata e difficile del previsto la gestione del ristorante al parco San Grato di Carona. Tanto che la gerenza cambierà fra un paio di mesi. La titolare, dopo circa un anno di attività, ha infatti dato la disdetta del contratto a Lugano Region per la fine del prossimo mese di settembre. Nel frattempo, come noto, è sul tavolo della Commissione della gestione di Lugano la richiesta di credito di 4,5 milioni di franchi proposta dal Municipio per acquistare, dall’ente turistico, i tre edifici e tutto il sedime del parco. In tutto, stiamo parlando di una superficie di 212’493 metri quadrati, di cui circa 62’000 metri sono occupati dal giardino botanico. Il messaggio è pendente dalla fine dello scorso anno e non raccoglie l’unanimità.

C’è già un accordo: prendere o lasciare

Rappresentanti dell’esecutivo cittadino hanno già incontrato i commissari della Gestione, nella quale serpeggia un certo scetticismo sull’entità dell’esborso (giudicato eccessivo), considerato che l’ente turistico, 25 anni fa, ricevette in dono l’ampio sedime dall’Ubs. Il problema è che all’origine del messaggio municipale c’è l’accordo sottoscritto con Lugano Region. Un accordo già approvato dall’assemblea dell’ente turistico nell’ottobre scorso, alle stesse condizioni contemplate nella richiesta di credito. Si riducono quindi parecchio i margini di modifica, per il legislativo, e il pacchetto suona come un prendere o lasciare. Quindi, se il Consiglio comunale volesse correggere il messaggio, l’esecutivo sarebbe costretto a ritirare il messaggio e a rinegoziare l’accordo con i vertici di Lugano Region. Il sindaco di Lugano Michele Foletti si dice aperto alla discussione, mentre il vicesindaco Roberto Badaracco parla dell’acquisto come un vero e proprio affare per la Città.

Gestirlo non è un compito turistico

Lugano Region vuole cedere la proprietà, perché la gestione di un parco di tali dimensioni esula dalle sue competenze e non è più in grado di assumersi tutti i costi derivanti dagli interventi necessari e dalle varie iniziative possibili. La decisione di vendere venne adottata qualche anno fa dall’ente turistico alla luce dei risultati di uno studio commissionato nel 2017, che aveva l’obiettivo di definire il futuro di tutto il sedime, individuando iniziative per valorizzarlo al meglio. Lugano Region si è pertanto orientata a cedere l’intera proprietà alla Città, per non doverla smembrare, mettendo in vendita solo gli edifici presenti. Il Municipio, come si evince dal messaggio risalente al dicembre 2021, ha accettato la proposta e dopo alcune trattative si è giunti all’accordo che prevede la cessione del parco per 2,8 milioni di franchi (1,7 milioni quale valore venale del fondo e 1,1 milioni versati anticipatamente da Lugano Region per i lavori di ristrutturazione del ristorante).

Appartamenti a 500 franchi al mese

Dal canto suo, l’ente turistico si è impegnato ad assumersi la manutenzione ordinaria del vasto terreno e delle installazioni di pertinenza del parco, per i primi 4 anni a partire dalla data di cessione. La manutenzione degli edifici presenti nel sedime, secondo l’accordo, è invece a carico dalla Città di Lugano a partire dal momento del passaggio di proprietà. Nel messaggio è perciò indicata la cifra 1,65 milioni di franchi, destinati a ristrutturare la casa colonica (una villa in disuso da oramai dieci anni), il magazzino del verde pubblico e gli appartamenti di vacanza, slegati però dalla gestione del ristorante e da anni affittati a 500 franchi al mese a privati, che a loro volta subaffittano a prezzi ben superiori. L’accordo prevede inoltre che la cessione della proprietà venga effettuata tramite "compensazione del credito vantato dalla Città di Lugano nei confronti di Lugano Region (al 6 dicembre 2021 pari a 2,34 milioni di franchi). L’eventuale residua differenza a favore di Lugano Region sarà versata all’ente secondo loro indicazioni", come si legge dal messaggio.

Apparteneva al Patriziato di Carona, poi...

Il Parco San Grato si trova parzialmente all’interno dell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale e si estende da Carona fino all’Arbostora. Originariamente, la proprietà apparteneva al Patriziato di Carona, che lo cedette nel 1943 all’avvocato Martin Othmar Winterhalter, noto per essere l’inventore della cerniera lampo e fondatore della RiRi di Mendrisio. Winterhalter vi aveva insediato la propria residenza estiva, della quale ora rimangono la masseria e la stalla dei cavalli (quest’ultima trasformata in ristorante). La superficie era adibita a pascolo per i cavalli e non c’era traccia del parco attuale. Winterhalter avrebbe voluto sfruttare le proprietà radioattive della collina di Carona estraendo acqua sorgiva con proprietà terapeutiche. A questo scopo aveva acquistato i macchinari necessari per l’estrazione e l’imbottigliamento, senza però mai trovare la sorgente miracolosa. La parte alta del parco venne disboscata nella seconda guerra mondiale da soldati internati polacchi. Nel 1957, l’intera proprietà passò a Luigi Giussani, amministratore delle acciaierie Monteforno di Bodio, il quale creò il parco botanico e trasformò gli stabili presenti in ristorante e appartamenti, e costruì l’attuale piscina di Carona e la teleferica che collegava Melide a Carona. Nel 1983, la proprietà passò a Ubs, la quale, nel 1997, cedette la piscina all’allora Comune di Carona e il parco botanico all’Ente turistico, che ha assunto la manutenzione del parco e nel 2000 edificò un parco giochi per bambini.

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