Luganese

‘L’agire egoistico’ lo porta a ospitare uno spacciatore

Condanna parzialmente sospesa per un 50enne del Luganese che ha alienato 400 grammi di eroina e un migliaio di pasticche

L’inchiesta è partita nell’estate 2018
(archivio Ti-Press)
29 marzo 2022
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È stato «un agire egoistico» quello che ha portato un 50enne del Luganese a commettere i reati di infrazione in parte aggravata alla legge federale sugli stupefacenti (400 grammi di eroina e un migliaio di pasticche alienati) e incitazione al soggiorno illegale (ha ospitato uno spacciatore, già condannato con procedura di rito abbreviato, per 120 giorni nella sua abitazione ricevendo la droga per il suo consumo personale). A questi due reati (la contravvenzione dell’imputato è nel frattempo prescritta) si aggiungono due reati di circolazione commessi poco dopo la sua scarcerazione, avvenuta nell’aprile 2019. Il giudice Mauro Ermani ha condannato l’imputato a 30 mesi di detenzione, di cui 6 da espiare. Toccherà al competente giudice stabilirne le modalità (il 50enne, in aula a piede libero, dovrà scontare circa due mesi). Gli altri 21 mesi sono stati sospesi per un periodo di prova di 4 anni durante i quali l’uomo dovrà avere un’assistenza riabilitativa. «Una rete alla quale rivolgersi durante i momenti di difficoltà, prima di passare all’atto», ha spiegato Ermani. Poco dopo la sua scarcerazione il 50enne ha avuto una ricaduta nella tossicodipendenza e ancora oggi assume metadone. «Un comportamento un po’ fluttuante – sono state le parole del giudice –. Ha di nuovo infranto la legge e non ha seguito un percorso di disintossicazione. Non sono bei segnali, tanto che ci è ricaduto. Oggi ha comunque un lavoro, che ha trovato lei».

Gli inquirenti sono arrivati all’imputato grazie a un’inchiesta avviata nell’estate 2018 che ha portato a una serie di arresti per traffico di eroina nel Luganese. Una delle persone sorvegliate era proprio l’uomo ospitato dal 50enne, che lo ha chiamato in correità e ha indicato i quantitativi trafficati (ritenuti «troppi» dall’imputato). Chiedendo una condanna a 30 mesi, di cui 9 da espiare, senza opporsi alla possibilità di un’assistenza riabilitativa, la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha evidenziato «l’atteggiamento processuale negativo» dell’imputato che «ha cercato di togliersi responsabilità e ridurre la gravità delle sue azioni. L’unica cosa che voleva nel 2019 era uscire dal carcere: nessuno dice che in carcere si sta bene, ma è l’occasione per mettere un punto e a capo. Oggi non si è presentato con un’analisi del capello, la prova definitiva per dire che è pulito». In merito, il 50enne ha affermato di non averla effettuata per questioni economiche ma che «mi impegnerò» a eseguirla in futuro.

L’avvocato Alessia Angelinetta, subentrata alla difesa a inchiesta conclusa, si è invece battuta per una condanna non superiore ai 24 mesi sospesi evidenziando il «ruolo marginale e senza nessun fine lucrativo» nell’azione: il 50enne ha accompagnato lo spacciatore e solo alcuni consumatori lo hanno riconosciuto in questa veste. La legale ha quindi chiesto la condanna per infrazione semplice per un quantitativo trasportato di 30 grammi netti, pari a un massimo di 6,3 grammi di eroina pura. Una tesi che non ha trovato l’accordo della corte. «La legge punisce chi detiene in vista dell’alienazione – ha concluso il giudice Mauro Ermani –. È l’imputato che si è portato in casa questa persona e sapeva che non aveva altre fonti di guadagno. Da una persona di 50 anni mi sarei aspettato di più e non un giocare al minimo e il pensare di uscire dal carcere senza fare i conti con i rischi processuali».

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