Luganese

La disdetta del Ccl di Scudo: ‘Migliori condizioni al personale’

Presidente e vicepresidente annunciano adeguamenti, favorevoli ai dipendenti, verso la scala salariale in vigore alla Lugano istituti sociali

Un’immagine dell’inaugurazione sottosede Servizio di cure a domicilio del luganese (Scudo)
(Ti-Press/Archivio)
3 marzo 2022
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«Abbiamo disdetto il Contratto collettivo di lavoro (Ccl) perché desideriamo agire in autonomia, come nel 2015. Dopo i contrasti, con i sindacati siamo rimasti in buoni rapporti, visto che tutto il personale ha poi sottoscritto il Ccl proposto». Sergio Macchi, presidente del comitato del Servizio di cure a domicilio del luganese (Scudo), non usa giri di parole per spiegare la revoca del Ccl annunciata per la fine dell’anno in corso. Una disdetta per la quale è scattata l’interrogazione presentata al Municipio di Lugano. «Non siamo sotto tutela, i sindacati sono stati anche informati che dobbiamo modificare i regolamenti per adeguarli ai cambiamenti di legge introdotti, ma soprattutto vogliamo anche migliorare la situazione dei nostri collaboratori. Uno delle questioni da valutare è relativa all’integrazione di Scudo con Lugano istituti sociali (Lis), perlomeno a livello di scala salariale. Poi vogliamo approfondire altri aspetti del Ccl. Quando ci saremo fatti un’idea, vedremo come procedere». Si spiega così la perizia esterna affidata a uno studio legale decisa dal comitato di Scudo. Sullo sfondo c’è l’interesse reciproco di poter collaborare usando il personale sia per il Lis che per Scudo, quando c’è la necessità di uno dei due servizi. Il problema è che vigono due diversi regolamenti e altrettanti sistemi di retribuzione.

Le condizioni salariali dei dipendenti di Scudo non potranno che beneficiarne, sottolinea Lorenzo Quadri, titolare del Dicastero Formazione, sostegno e socialità di Lugano e vicepresidente del comitato di Scudo. «Si tratterà di adeguare, in senso migliorativo, il contratto dei collaboratori di Scudo, visto che il regolamento in vigore per il Lis, approvato dal Consiglio comunale, è decisamente più interessante. La disdetta è stata intimata con 11 mesi di anticipo proprio per avere il tempo di arrivare con proposte. Non è mai stata intenzione del comitato di Scudo di peggiorare le condizioni contrattuali del personale». Non solo. «Le attuali condizioni del contratto andavano comunque riviste per adeguarle alle nuove normative federali entrate in vigore, relative ai congedi maternità e paternità, che il Ccl attuale non considera. Perciò, alla luce della collaborazione fra Lis e Scudo, che è un progetto in linea con quanto indica la pianificazione cantonale del settore anziani 2020-2030, recentemente avallata dal Gran Consiglio, si vogliono incentivare le reti integrate. In sostanza, si tratterà di fare un paragone fra il Ccl di Scudo e il regolamento di Lis. Oltretutto, il comitato si accolla un onere per fare un ulteriore passo a favore dei collaboratori. Di questo, i sindacati dovrebbero essere contenti», aggiunge il vicepresidente del comitato di Scudo. In vista di possibili scambi di personale, non si può e non si vuole avere una differenza consistente della scala salariale. In concreto, i contratti dei due enti si dovrebbero perlomeno assomigliare.

Dal canto suo, il sindacalista della Vpod e consigliere comunale socialista di Lugano, Raoul Ghisletta, contattato da ‘laRegione’ prima dei vertici di Scudo, dichiara di avere poche informazioni in merito alla disdetta: «Alla nostra richiesta di avere un incontro, il comitato di Scudo ha risposto di aver chiesto un parere legale esterno e che forse ci contatteranno». Alla luce di questa scarsa chiarezza e agli scontri, risalenti a diversi anni fa, fra comitato di Scudo e parti sociali, un’assemblea del personale è convocata lunedì 7 marzo alle 18.30 alla sede dell’Ocst di via Balestra a Lugano.

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