Luganese

Montarina, la Città esclude la zona di pianificazione

Secondo Il Municipio, non è ricevibile la mozione scattata dopo la licenza edilizia che minaccia il Villino Farner e la Casa Walty

La freccia indica l'esclusione delle due ville, ritenuta incomprensibile alla luce della presenza di tre potenziali beni culturali.
21 giugno 2021
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Niente da fare. L'esecutivo di Lugano non è disposto a introdurre una zona di pianificazione per la tutela del quartiere di Montarina. È negativo il preavviso municipale in merito alla richiesta di salvaguardia sotto forma di mozione interpartitica presentata lo scorso febbraio (primo firmatario, Nicola Schönenberger, Verdi di Lugano). Per due ragioni, dapprima per una questione formale: il punto 3 della mozione non è ricevibile perché non è previsto che la richiesta dell’istituzione di una zona di pianificazione sia formulata dal Consiglio comunale. Per il punto 2, esso è invece ricevibile ma richiede una modifica del Piano regolatore (Pr), scrive il Municipio che ribadisce però che una variante di Pr in materia di beni culturali è in fase di elaborazione e comprende anche Montarina. Lo studio pianificatorio in atto, agli occhi della Città, permette già di sospendere eventuali domande di costruzione in contrasto con esso. Pertanto, il Municipio "ritiene che l'istituzione di una zona di pianificazione costituisce in tal caso una misura non necessaria e sproporzionata".

D'altra parte, la mozione che chiede l’adozione della zona di pianificazione è stata presentata proprio per disporre di uno strumento legale per rigettare, ai sensi dell’art. 61 cpv. 3 della Legge sullo sviluppo territoriale eventuali future domande di costruzione che minacciano il quartiere di Montarina. L'atto parlamentare, lo ricordiamo, era scattato proprio in seguito al caso relativo al Villino Farner e a Casa Walty, inseriti in un parco nel quartiere a Besso, sono minacciate di demolizione. La Città aveva infatti rilasciato la licenza edilizia e il Consiglio di Stato ha confermato la decisione respingendo le tre opposizioni contro il nuovo edificio. La Società per l’arte e la natura (Stan) ha contestato la licenza con un ricorso presentato al Tribunale amministrativo cantonale (Tram).
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