Luganese

Truffa sui crediti Covid di oltre 1 milione alle Criminali

Un medico dentista e un imprenditore italiani accusati d'aver gonfiato le cifre d'affari delle loro società e d'aver incassato illecitamente gli aiuti

'Il formulario? Un lavoretto da scolaro'
(TI-PRESS)
15 giugno 2021
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Sono in carcere da gennaio per aver compiuto nel 2020 una truffa da capogiro - oltre 1 milione di franchi - ai danni della Confederazione chiedendo e ottenendo crediti Covid riconosciuti nel periodo della pandemia, gonfiando il fatturato delle proprie società e, soprattutto, mentendo sulla reale cifra d'affari conseguita nelle loro attività professionali. Protagonisti, un medico dentista di 47 anni residente nel Luganese e un imprenditore di 61 anni del Mendrisiotto, entrambi italiani, da stamane davanti alla Corte delle assise criminali di Lugano per rispondere di ripetuta truffa e falsità in documenti.

L'imprenditore, a capo di una società attiva nel traffico telefonico, è stato il primo ad aver iniziato a raggirare le autorità per ottenere un primo credito Covid di mezzo milione di franchi. «Ho agito per confusione e disperazione, mi ero visto crollare miei affari. Ho agito con faciloneria, non lo rifarei» - ha dichiarato il 61enne. «Il foglio di richiesta per il credito Covid-19? L'ho compilato io, era talmente semplice che lo poteva fare anche uno scolaro delle medie».

I due imputati sono poi accusati di aver orchestrato insieme una truffa Covid pari a 1 milione e 60 mila franchi, con modalità simili. L'istruttoria del processo è in corso. Intanto, i due professionisti non guadagnavano pochi soli prima della pandemia.   

Eppure percepivano salari elevati

Il 47enne ha dichiarato alla Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta: «Durante la pandemia? Avevo problemi di salute e non lavoravo. Non avevo entrate, se non quelle di un'assicurazione che avevo stipulato. Prima della pandemia non potevo invece lamentarmi: guadagnavo da 350-350 mila franchi all'anno. Perché sono venuto in Svizzera? Per costruire un futuro pensionistico migliore rispetto all'Italia».   

Il 61enne, con già un precedente penale per una frode telefonica in Italia, ha dichiarato invece che guadagnava prima dell'arrivo del virus, «tra i 50 e gli 80 mila franchi all'anno». L'istruttoria dibattimentale è in corso e in giornata il pp Daniele Galliano, formulerà le proposte di pena.  

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