Luganese

Cisterna di Sorengo, di nuovo fallita la società proprietaria

Il comparto potrebbe finire all'asta? Il Comune è in attesa di due ricorsi della Sa davanti al governo. La sindaca, Antonella Meuli:dossier in sospeso

Odissea infinita
(TI-PRESS)
2 aprile 2021
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E due. È fallita per la seconda volta la società Piancha de Citerna Sa, proprietaria a Sorengo del vasto comparto dove sorgeva la piscina, la quale aveva, d’intesa con l’Esecutivo, posto le premesse per farsi carico di un investimento milionario per la realizzazione di un Centro di creatività e cultura con atelier a disposizione di compagnie artistiche, teatrali, musicali, registi, coreografi e in parte fruibile al pubblico. Un progetto ambizioso tuttavia decaduto per decisione del Consiglio comunale, che, accettando la linea del Municipio, aveva revocato la Variante pianificatoria votata nel 2018 dal Legislativo sui cui poggiavano le premesse per il progetto culturale. Il Consiglio comunale, sempre su indicazione dell'Esecutivo, aveva inoltre dato un monito alla società per quanto attiene alle garanzie finanziarie del progetto, garanzie non fornite dai promotori. Ma la partita non è ancora chiusa. La Piancha de Citerna Sa ha infatti interposto due ricorsi sulle due decisioni del Consiglio comunale, entrambi tuttora pendenti davanti al Consiglio di Stato.

Legislativo informato

Intanto, martedì scorso, nell'ultima seduta della legislatura la sindaca di Sorengo, Antonella Meuli, ha informato il Consiglio comunale sul secondo fallimento della società promotrice del progetto. Da noi interpellata, la sindaca fa sapere che in questo momento è difficile conoscere come proseguirà questa vicenda, della quale si parla da anni: il dossier è sospeso, in attesa delle evasioni dei ricorsi. La Piancha de Citerna lo scorso 24 febbraio è finita in liquidazione: la società è sciolta in seguito a fallimento pronunciato dalla Pretura del Distretto di Lugano - si legge sul Foglio ufficiale. Dopo il primo fallimento, la società era riuscita a risorgere dalle proprie ceneri, come la fenice, ottenendo di essere reintegrata nella libera disposizione del proprio patrimonio. Potrebbe dunque risollevarsi nuovamente? Difficile a dirsi. Resta il fatto, che se ciò non fosse il caso, l'Ufficio fallimenti potrebbe ipoteticamente mettere all'asta l'ampio terreno. Insomma, affaire à suivre. E, soprattutto, l'annosa matassa sarà ancora tema della prossima Legislatura. Martedì il Consiglio comunale ha pure definito il moltiplicatore d'imposta, fissandolo al 60%, tra i più bassi del Cantone. Il Legislativo ha inoltre detto sì al credito di 1,2 milioni per una nuova organizzazione della gestione dei rifiuti; mentre ha detto no alla convenzione-contratto di affitto decennale per un piano di parcheggi sotterranei lungo la via Ponte Tresa (nuova costruzione Franklin University Switzerland). 

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