Luganese

Guy Parmelin: ‘Si tenga duro, siamo al crocevia’

A Lugano si sono incontrati i massimi rappresentati di Città, Cantone e Confederazione. Il messaggio: ‘Pazienza e ottimismo per uscire dalla crisi’

(Foto Ti-Press)
22 marzo 2021
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«Malgrado la crisi, il Ticino ha una visione del futuro ottimista. C’è dinamismo, voglia di trovare prospettive e sinergie, di puntare sulla ricerca, e questo è qualcosa che fa la forza del Paese». Sono le parole del presidente della Confederazione Guy Parmelin che dopo l’inaugurazione del nuovo campus della Supsi-Usi si è recato a Palazzo civico a Lugano dove insieme al sindaco della città Marco Borradori e al presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi ha tenuto un incontro con la stampa. 

Il consigliere federale ha dichiarato che la visita in Ticino rientra nel concetto di coesione sotto cui ha voluto incentrare il suo anno di presidenza. «Per questo sto visitando le differenti regioni periferiche che fanno la ricchezza del nostro Paese, soprattutto in questa circostanza così difficile». 


‘Cantoni, seguite l’esempio del Ticino’

Parole di elogio oltre che per il progetto Usi/Supsi, sono state spese dal consigliere federale per la campagna di vaccinazioni in Ticino, tra quelle di maggior successo, definita fondamentale per le prospettive future del Paese: «Ai Cantoni dico: seguite l’esempio del Ticino. Preparatevi a vaccinare più persone possibile». Ha poi aggiunto che bisognerà utilizzare tutti gli strumenti, compresi i nuovi mezzi messi a disposizione dalla Confederazione con i test gratuiti, per uscire da questa situazione ed evitare nuove ondate. A tal proposito, interrogato sulla mancata decisione delle aziende parastatali (come laPosta, Ffs e Swisscom) di testare a tappeto i propri dipendenti, Parmelin ha spiegato che l'incentivo va nell’interesse generale del Paese e dell’economia, ma è necessario lavorare sull'aspetto organizzativo, competenza delle aziende. «Durante la settimana faremo un vertice sulla vaccinazione e avremo modo di discutere della messa in pratica della strategia per le imprese private e semipubbliche».

Sollecitato anche sul passaporto vaccinale, ha affermato che la sua istituzione dovrebbe in primo luogo essere coordinata a livello internazionale, e che si sta guardando con interesse a diversi progetti pilota in altri Stati. «Fondamentale tuttavia sarà non discriminare chi non vuole farsi vaccinare». Una soluzione potrebbe essere il sistema duale con i test rapidi.

‘Siamo al crocevia, abbiamo buoni motivi per sperare’

Il ‘ministro’ si è anche detto consapevole del fatto che la popolazione è stanca, «ma i cittadini svizzeri sono disciplinati. L'adesione alle norme di sicurezza è stata ampia rispetto ad altri Paesi anche grazie a un approccio soft, senza un lockdown stretto. Chiediamo di tener duro ancora qualche settimana. Siamo al crocevia, abbiamo buoni motivi per sperare». Sul fatto che i giovani siano particolarmente penalizzati su più livelli, Parmelin concorda, «ma abbiamo la fortuna di essere riusciti a mantenere le scuole aperte. Per il resto, le misure sono adottate in base all’evolversi della pandemia. Un passo lo abbiamo fatto diminuendo la forte restrizione di incontrarsi al chiuso passando da 5 a 10 persone».

A conclusione, il capo del Dipartimento dell'economia ha dichiarato che si sta lavorando a un rapporto sul turismo e con un gruppo di accompagnamento si stanno mettendo in atto delle misure mirate che permettano di migliorare la visione a lungo termine su questo settore, con una strategia che prossimamente verrà presentata pubblicamente. «Compito del Consiglio federale – ha ricordato infine – è di avere rapporti con tutti i partner sociali per trovare le migliori soluzioni per l’economia».

Borradori: ‘Le famiglie spieghino ai giovani le direttrici che ci rendono grandi’

A fare gli onori di casa è stato il sindaco della città Marco Borradori, sottolineando come la presenza di un consigliere federale sia un segnale della vicinanza concreta della Confederazione al Cantone in un periodo così complicato. Aspettando l’uscita da una stagione difficile, ha fatto accenno anche alle problematiche legate al disagio giovanile: «Ultimamente abbiamo avuto più di un episodio che ha visto un modo di porsi molto forte rispetto alla vita. Anche se è difficile tenere duro, è necessario capire l’importanza di essere ottimisti e avere fiducia nelle istituzioni per rimanere a galla. E se alcuni ragazzi non ce la fanno è importante che le famiglie si alzino in piedi e spieghino ai loro figli quelle che sono le direttrici che ci hanno fatti diventare grandi come Paese e persone. Siamo abbastanza vicini – ha concluso – a trovare una soluzione grazie ai vaccini: sono la luce in fondo al tunnel».


Gobbi: ‘L’attenzione al Ticino dovrà tramutarsi in misure concrete’

Anche Norman Gobbi ha voluto mettere in luce come simili incontri, con la presenza di tre livelli istituzionali, dimostrino che il federalismo non è solo un concetto vago, ma una realtà che funziona, basata su una forma di rispetto che va al di là delle divergenze di opinioni. «La popolazione ha bisogno di prospettive – ha detto – e queste si trovano nella campagna di vaccinazioni in cui il Ticino eccelle. Siamo il cantone che ha vaccinato più persone ogni 100’000 abitanti». Gobbi ha poi citato le particolari difficoltà del nostro territorio «date dalla permeabilità della frontiera a sud, dove il mercato del lavoro ticinese è sotto pressione». Secondo il ministro delle Istituzioni occorrerà maggiore attenzione, stimoli e impulsi a favore del Ticino e investimenti nell’occupazione del personale residente. L'attenzione della Confederazione durante la pandemia rivolta al Ticino – ha infine affermato – è stata un sintomo e un segnale di quanto grave fosse la situazione. «Questa attenzione ora dovrà concretizzarsi con alcune misure di cui discuteremo nelle dovute sedi».

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