Luganese

Lugano, raffica di domande sullo sfratto all'ex Macello

Il deputato e consigliere comunale Raoul Ghisletta chiede se esiste e qual è il fondamento giuridico di un eventuale sgombero immediato

Tante domande per capire (Ti-Press)
12 marzo 2021
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Lo spettro dello sfratto degli autonomi dall'ex Macello preoccupa il consigliere comunale e deputato in Gran Consiglio Raoul Ghisletta (Ps) che ha presentato un'interpellanza urgente al Consiglio di Stato e al Municipio di Lugano. Dapprima, il presidente della sezione socialista condanna ogni atto di violenza avvenuto lo scorso 30 ottobre in piazza Molino Nuovo e per le strade di Lugano e i recenti scontri nella manifestazione di lunedì scorso alla Stazione Ffs di Lugano. Poi sottolinea che "i patti si rispettano da parte di tutti i contraenti (leggi la convenzione sottoscritta nel dicembre 2002 tra il Cantone, il Comune di Lugano e i rappresentanti dell’autogestione). Ghisletta propone l’Associazione Idea Autogestione (Aida) in rappresentanza dello Csoa nel dialogo tra le parti, come fu il caso dell’Associazione Alba nel 2002 e chiede al governo cantonale di esprimersi chiaramente sull’ipotesi di sgombero formulata prima di Natale da una risicata maggioranza (4 a 3) del Municipio e nuovamente rilanciata di recente. La considera un’ipotesi avventata dal lato giuridico, che rischia di mettere la Città dalla parte del torto visto che l’area dell’ex Macello è un bene amministrativo sottoposto a concessione per un massimo di 30 anni (articolo 8 del Regolamento comunale beni amministrativi). La concessione è di tipo misto e sottoposta a una convenzione che concede l'usufrutto gratuito da parte dello Csoa degli spazi dell’ex Macello e si configura come comodato (art. 305 e seguenti Codice delle obbligazioni).

Convenzione revocabile con effetto immediato?

Ghisletta cita altri due articoli del regolamento secondo cui le concessioni possono essere revocate in ogni momento per motivi di interesse pubblico, come pure se il titolare non si attiene alle disposizioni legali o alle condizioni definite. La convenzione del 2002 impone come obbligo allo Csoa il corretto utilizzo dei locali, limitandolo ad attività sociali, culturali e politiche, e richiedendogli di stipulare un’assicurazione responsabilità civile. Allo Csoa è richiesta pure l’assunzione delle spese vive (acqua, riscaldamento, elettricità) e di adattamento degli spazi, nonché di sottoporre i locali alle necessarie verifiche tecniche periodiche. La Convenzione impone il fatto che non vi siano più di due persone a dormire negli spazi e che sia mantenuto ordine e pulizia, come pure a evitare eccessivi afflussi di pubblico. Una lunga premessa dalla quale scaturiscono una serie di domande. A cominciare da quella che chiede al Consiglio di Stato se il Municipio di Lugano può revocare la convenzione con effetto immediato e procedere allo sgombero per i due episodi citati prima. Il deputato e consigliere comunale vuole fra l'altro sapere quale fondamento giuridico avrebbe l'ordine municipale di sgombero dell’ex Macello e quali sarebbero i mezzi di ricorso, se è stato chiesto un parere al governo cantonale ed eventualmente qual è questo parere.

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