Luganese

Due allievi della Csia positivi al Covid, classe in quarantena

Sono in corso le indagini di 'contact tracing' per individuare chi sia entrato in contatto con i due al di fuori dell'istituto scolastico

Il Centro scolastico per le industrie artistiche (Ti-Press)
6 ottobre 2020
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Due allievi del Centro scolastico per le industrie artistiche (Csia) di Lugano sono risultati positivi al coronavirus. L'intera loro classe è quindi stata messa in quarantena. Lo comunicano il Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) e il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs).

"Trattandosi di due allievi appartenenti alla medesima classe, l’Ufficio del medico cantonale ha valutato opportuno stabilire una quarantena di classe. Gli allievi erano già stati tenuti a casa preventivamente lunedì. L’indagine ambientale da parte del servizio di contact tracing intanto prosegue", si legge nella nota.  

"Fino al termine della quarantena, le lezioni per gli allievi direttamente coinvolti non sono sospese, ma proseguono temporaneamente a distanza (tramite videolezioni e attività da casa), come previsto dalle indicazioni relative alle scuole professionali del Protocollo di quarantena di classe predisposto dal Decs. La direzione dell’istituto ha già informato a tal proposito i diretti interessati".  

Per gli altri allievi dell’istituto, non toccati dalla quarantena, "l’attività scolastica continua normalmente in presenza". 

È il settimo caso nelle scuole ticinesi in poco più di un mese di lezioni in presenza

Intanto, dalla (ri)apertura delle scuole in presenza lo scorso 31 agosto ad oggi nelle scuole ticinesi - che ha visto ai blocchi di partenza complessivamente circa 56 mila allievi e 6 mila 600 docenti - quello avvenuto al centro scolastico per le industrie artistiche (Csia) di Lugano è il settimo caso di contagio del virus nell'arco di poco più di un mese. I primi campanelli di allarme si sono avuti nei primi giorni di settembre, al Liceo di Lugano 2 di Savosa, dove uno studente è stato trovato positivo al tampone. Nelle stesse ore, anche al Centro professionale sociosanitario di Lugano un altro giovane si è ammalato di Covid-19. Per entrami i casi, tuttavia, non è stato necessario porre le intere classi di alunni in quarantena. Lo stop forzato è invece stato ordinato dal medico cantonale nei confronti delle persone entrate in contatto con i due contagiati, i quali, con tutta probabilità, hanno contratto il virus al di fuori dell'ambiente scolastico, come ha avuto modo di comunicare il Dipartimento della sanità e della socialità e quello dell'educazione.

Tre settimane dall'inizio della prima campanella, anche le scuole dell'obbligo hanno conosciuto - il 22 settembre - il primo caso di Coronavirus: si è trattato della scuola media di Losone, dove uno studente è risultato positivo al test. In questo caso l'Ufficio del medico cantonale, guidato dal dottor Giorgio Merlani. Di norma questo provvedimento scatta quando la positività è attestata in almeno due allievi, ma la quarantena di classe è scattata perché gli allievi, una settimana prima, erano in una gita scolastica con pernottamento. Altri tre istituti scolastici hanno dovuto fare i conti con la pandemia: contagi si sono registrati infatti pure al Centro professionale e commerciale di Locarno, con il contagio di una alunna che ha portato a una quarantena di classe, un'altra giovane ha contratto il virus alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona e, infine, uno studente della Scuola professionale artigianale e industriale di Trevano è stato trovato positivo al tampone. E ieri il virus ha toccato la Csia.

Colombo, direttore della Divisione formazione professionale: 'i piani di protezione funzionano'

Paolo Colombo, direttore della Divisione della formazione professionale del Decs, i casi di contagi si avvertono, ma i piani di protezione disposti, sembrano funzionare bene. «I piani di protezione all'interno delle scuole si stanno rivelando efficienti. E a funzionare molto bene sono soprattutto i protocolli, dunque la collaborazione con l'Ufficio del medico cantonale. In questo ultimo caso dello Csia l'informazione è stata tempestiva, giunta già domenica, di modo che lunedì per precauzione la classe interessata è stata avvertita di non presentarsi a scuola». «Un altro aspetto che occorre sottolineare - prosegue Colombo - è che noi ci teniamo tantissimo a garantire la scuola in presenza. E oltretutto l'esperienza ci insegna che i giovani ci richiedono di poter svolgere le lezioni a scuola: questo lo abbiamo visto molto bene durante il lockdown e successivamente nell'elaborazione dello scenario. E quando non è possibile la scuola in presenza siamo pronti ad assicurare continuità formativa, attraverso le lezioni a distanza e mantenendo i contatti con i giovani in un'ottica formativa. Resta il fatto che è fondamentale attenersi alle indicazioni anti-Covid, sia all'interno delle scuole, come sta avvenendo e funzionando bene, sia all'esterno delle scuole per cui rinnoviamo continuamente gli appelli ad assumere atteggiamenti consapevoli e responsabili, perché stiamo entrando, probabilmente, in una fase critica. Occorre insomma mantenere alta la guardia».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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