Luganese

Addio a Luciano Gatti, poeta, musicista e pittore

Originario del Parmense, viveva dal 1962 a Massagno e dipingeva in un atelier a Besso.

5 ottobre 2020
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Una vita per l'arte e per la musica quella di Luciano Gatti, musicista ma anche pittore, scultore e poeta, morto venerdì scorso a Massagno. Nato nel 1933 a Fornovo Taro, in provincia di Parma, Gatti dal 1962 e fino alla sua morte è vissuto a Massagno mentre nei paraggi, in via Moncucco a Besso, operava dentro un suo atelier.

Uno stabile, quello di Besso sede anche della ditta di cornici Walter, dove Gatti ha svolto fino al 2000 la sua attività principale, quella di falegname e di restauratore di mobili, e dove aveva mantenuto un piccolo spazio per dipingere. I funerali si sono svolti oggi in forma privata.

Descritto come un raffinato e colto artista, pittore, scultore e poeta, - 12 le raccolte di poesie pubblicate - nonché musicista, Gatti a livello locale era conosciuto anche per essere stato nell'arco di vent'anni direttore della Corale S.Lucia, oggi Corale di Massagno, e contrabbassista presso l'Orchestra mandolinistica di Lugano, sotto la direzione di Mauro Pacchin.

La sua opera, specialmente in campo poetico, è ricordata in un sito web (https://uovodiluc.ch/artista-gatti-luciano.html) dal quale estrapoliamo alcuni passaggi. Come poeta, "L'irrequietezza, la malinconia e la pena (indubbiamente la pena più che la noia come scrive egli stesso) umanamente comprensibili sono tuttavia appena sussurrate con voce sommessa e dolente da parte di un artista che getta alle spalle le ansie disseminate, le ombre indecifrate e i frammenti dell'incredibile prisma della vita" mentre per quanto riguarda la sua attività di pittore si ricordano "le figure umane cariche di luci e di colori; figure in cammino, senza volto, 'finestre' di comunicazione, ma anche gruppi  in movimento alla ricerca ansiosa di poter comunicare con gli umani, in una società individualistica come lo è la nostra, dove la persona conta non per ciò che è, ma per ciò che produce. Gatti ha radiografato a 360 gradi il nostro tempo in cui non c’è spazio per i rapporti interpersonali".

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