Luganese

Lugano spinge l'acceleratore sulla digitalizzazione

Vasto programma di eventi incentrati sulle opportunità dell'online organizzato quest'autunno dalla Città e da vari partner: accademici, scientifici, economici

Very digital anche la conferenza stampa di presentazione di Autunno digitale di Lugano (Foto Ti-Press)
3 luglio 2020
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Parola d'ordine: digitalizzazione. Questo il comune denominatore dei numerosi eventi in programma tra settembre e novembre, sotto il cappello di 'Autunno digitale di Lugano'. Un insieme di manifestazioni – la maggior parte delle quali online, ça va sans dire – presentato stamattina a Palazzo Civico e che, oltre al Living Lab della Città che è promotore e coordinatore, riunisce voci da svariati ambiti: accademico, scientifico, culturale, economico, istituzionale.

Amministrazione comunale: 'telelavoranti' da meno di 10 a 220

La pandemia da Covid-19 ha dato un contributo significativo ad accelerare la digitalizzazione in corso nella società, ce ne siamo accorti tutti, nella vita professionale come in quella privata. Nella stessa amministrazione comunale le richieste di telelavoro sono passate da «meno di 10 prima della pandemia a circa 220 durante», ci spiega il segretario comunale Robert Bregy. Un trend che difficilmente si invertirà, almeno a breve termine. «Ma la digitalizzazione era importante per la Città anche prima del Covid-19 – evidenzia il sindaco Marco Borradori –: è uno degli elementi guida delle Linee di sviluppo 2018-28».

Possibilità di presentare contenuti fino al 20 agosto

Tornando all'Autunno digitale, sono una decina i partner della Città. Per ora: «L'estate sarà un work in progress – chiarisce Bregy –. Tramite la piattaforma (www.lugano.digital, ndr) aperta a tutti è possibile proporre contenuti nuovi fino al 20 agosto». Chi certamente sarà della partita, ad esempio, sarà Ated, l'associazione ticinese nata nel 1971 con lo scopo di promuovere le nuove tecnologie. «Questi mesi sono stati difficili, ma allo stesso tempo molto stimolanti – per la direttrice Cristina Giotto –, molte attività sono migrate sull'online, dimostrando grande resilienza». Tra questi, il Visionary Day: «La prima edizione l'anno scorso l'abbiamo fatta in presenza, quest'anno invece avremo una piattaforma dedicata alle aziende per condividere contenuti digitali fra i partecipanti», spiega Davide Proverbio. Sempre sotto al cappello Ated, i Voxxed Days Ticino che si presenteranno in una nuova formula interamente digitale, e il Devoxx4kids. «Proponiamo attività per ragazzi, incentrate su robotica e programmazione ad esempio, affinché familiarizzino con le nuove tecnologie», la spiegazione di Lauro Canonica.

Dalle attività della Supsi a soluzioni praticabili per le aziende

Coinvolto nel progetto anche il mondo dell'economia. E mentre Carlo Terreni (Netcomme Suisse) sottolinea che a causa della pandemia «tutte le aziende nostre associate hanno deciso di investire sempre di più nell'e-commerce», Daniele Menotti (Swisscom Business Days) aggiunge che «verrà dato spazio ai temi legati a business e nuove tecnologie, a a soluzioni praticabili nelle realtà aziendali». L'evento Media in Piazza coinvolgerà anche i cittadini comuni: «Verrà aperto un contest rivolto a tutti, affinché si esprimano sulla loro esperienza coi media durante la pandemia» anticipa Ramon Sommerhalder. Presente anche Elia Frapolli: «Organizzeremo un Hackaton, che riunirà persone di estrazione e competenze diverse per una full immersion durante la quale verranno poste delle problematiche e cercate delle soluzioni comuni». Due i dipartimenti della Supsi coinvolti per altrettanti progetti: Formazione e apprendimento e Tecnologie innovative. «Proporremo due attività – spiega Masiar Babazadeh –: un'escape room didattica per insegnare ai ragazzi come funziona internet e l'evento e-Sport, incentrato sui videogiochi e sulle loro soft skills».

Importanti le voci critiche e l'equilibrio

Tanta carne al fuoco insomma, tanto entusiasmo, ma anche qualche voce critica. Ma costruttiva. «Stiamo vivendo un cambiamento epocale – osserva Giovanni Pellegri dell'Ideatorio –, ma siamo in grado di gestirlo? Proporremo una settimana sul cervello, con ad esempio degli eventi per riflettere sulla differenza tra intelligenza umana e digitale, per offrire un sano dibattito». «È importante avere un approccio critico verso le nuove tecnologie – fa eco Roland Hochstrasser, del neocostituito Ufficio cantonale dell'analisi e del patrimonio culturale digitale –, ma soprattutto ricercare un equilibrio fra stimolare i reticenti all'utilizzo delle tecnologie e far riflettere invece gli entusiasti». Appuntamento, quindi, a settembre. 

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