Lugano

Telemedicina: dal Cardiocentro al covid

Check a distanza per i pazienti debolmente malati con 'HospitHome'

Ti-press
5 aprile 2020
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Il sistema esiste e funzione da 15 anni, come sanno i pazienti del Cardiocentro di Lugano, e ora viene buono per ridurre i rischi di contagio dal virus SARS-CoV-2 che si diffonde il tutto il mondo mettendo a dura prova la tenuta dei più  efficienti sistemi sanitari. Come il telelavoro per chi è attivo professionalmente, così esiste un programma di 'sorveglianza domiciliare' svolta in remoto per i pazienti ammalati in forma lieve. Lo scopo principale di questa pratica è quello di alleggerire la pressione sugli ospedali e di impedire che diventino luoghi di accelerazione incontrollata del contagio, come sembra essere accaduto in alcune circostanze durante questa epidemia, specialmente nei nosocomi del nord Italia.
S tratta come detto di una realtà consolidata che è ora disponibile per la prevenzione del coronavirus,  grazie alla piattaforma HospitHome, prodotta da una start-up specializzata in sistemi di telemedicina, che insieme con il Cardiocentro Ticino ha messo a punto un programma dedicato all’emergenza Covid-19 ottenendo la collaborazione di alcune tra le principali realtà della sanità ticinese. Come informa un comunicato del Cardiocentro, " Federazione ticinese ambulanze (144) Fondazione Ticino Cuore, Clinica Luganese Moncucco, Ordine dei medici del Canton Ticino (in particolare in questa prima fase il circolo di Lugano con il suo presidente Dr. med. Claudio Camponovo) sono le prime realtà coinvolte" informa un comunicato della Fondazione Cardiocentro.
Il programma, spiega  sempre il Cardiocentro, parte con l’attivazione immediata di una serie di checkpoint esclusivamente
dedicati alla gestione dell’emergenza Covid-19 e la distribuzione domiciliare ai pazienti positivi al tampone di un kit di monitoraggio e controllo a distanza del decorso della loro malattia.
“Il programma – spiegano gli operatori di HospitHome – parte dall’esperienza del Cardiocentro Ticino, che da circa 15 anni offre servizi di telemedicina ai pazienti cardiopatici con aritmie severe e portatori di defibrillatori, pazienti che vengono monitorati a  distanza con controllo giornaliero e sistema automatico di allerta nel caso di variazione dei parametri elettrici vitali.
Il risultato di questa esperienza ha portato ad una diminuzione dei controlli ambulatoriali edei ricoveri non indispensabili. Ora si tratta di replicare questo  modello al monitoraggio dei pazienti Covid-19, ovviamente con tutte le specificità del caso”.
Sulla base di un applicativo certificato Medical Device classe II A, il paziente viene fornito di kit di sorveglianza (un tablet e un hub in grado di trasmettere  in tempo reale i suoi parametri vitali – "in particolare temperatura, saturazione di ossigeno e frequenza
cardiaca (recenti studi hanno evidenziato come in caso di Covid-19 le complicanze cardiovascolari aumentano sensibilmente il rischio di mortalità) – vengono trasmessi in automatico almeno due volte al giorno alla centrale operativa HospitHome e ai medici di famiglia dei pazienti coinvolti nel programma (100, nella fase di avvio, ma la piattaforma è scalabile e già
oggi in grado di gestire fino a mille pazienti" spiega una nota stampa di Cardiocentro Ticino.
"Nel caso di desaturazione dell’ossigeno, i pazienti vengono rapidamente visitati dal medico curante e/o ospedalizzati; verrano ricoverati soprattutto i pazienti che presentano una patologia polmonare che determina, con la polmonite interstiziale acuta, la prognosi severa dei  pazienti e l’impiego elevato di apparecchiature e personale specializzato, risparmiando di conseguenza risorse finanziare elevate della comunità. È pure importante sottolineare che la gestione in sicurezza del paziente Covid-19 al domicilio presenta vantaggi anche sul piano emozionale e psicologico, consentendo di affrontare la malattia nel conforto di una prossimità familiare che, pur nel rispetto delle più sicure condizioni di isolamento, sarà sempre meno straniante della corsia di
un ospedale. I sistemi sanitari che hanno investito nella telemedicina – scrive il New England Journal of Medicine in un editoriale apparso proprio in questi giorni – sono nelle condizioni migliori per assicurare che i pazienti con Covid-19 ricevano le migliori cure di cui hanno bisogno”. 

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