Luganese

Viganello, mezze ammissioni sul delitto

I due indagati accusati dell'assassinio di Matteo Cantoreggi la notte del 17 dicembre non hanno fornito informazioni sui motivi della tragica lite

10 febbraio 2020
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Rimangono  sostanzialmente immutate, anche dopo i nuovi interrogatori - l'ultimo ieri - le posizioni dei due principali indiziati del delitto del 35enne di Pregassona, Matteo Cantoreggi, picchiato e ucciso la sera del 17 dicembre alla Pensione La Santa di Viganello. Il 34enne austriaco domiciliato nel Luganese ha ammesso di aver colpito la vittima; mentre il 43enne svizzero del Mendrisiotto conferma di essere stato semplicemente presente sul luogo del fatto di sangue, ma nulla di più, per il resto respinge ogni accusa.
Rimane intanto oscuro il motivo della lite avvenuta nel corridoio della pensione a monte del delitto. Interrogati la scorsa settimana e ieri dalla pp Valentina Tuoni, i due indagati accusati in via principale di assassinio, subordinatamente di omicidio intenzionale, non hanno chiarito quali dinamiche siano intercorse  con la vittima quella sera di dicembre. E la prossima settimana giungerà a scadenza il periodo di detenzione preventiva. Nessuno dei legali ha avanzato richieste di scarcerazione. Ma nulla lascerebbe presagire una rimessa in libertà dei due indagati. Su tale argomento dovrà pronunciarsi il giudice dei provvedimenti coercitivi.
Tra gli indizi in mano agli inquirenti, le immagini della videosorveglianza della pensione La Santa che avrebbero ritratto i due indagati mentre ripulivano il sangue dalla stanza in cui si è consumato il delitto.Gli inquirenti sono inoltre ancora in attesa dei referti della Polizia scientifica, decisivi per le indagini. Atteso anche un supplemento dei rilievi sul Dna sul corpo di Matteo Cantoreggi, i cui familiari, rappresentati dall'avvocato Stefano Pizzola, si sono costituiti accusatori privati. 

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