Luganese

Beni culturali a Lugano, respinti due ricorsi

Se ne riparla dopo il ‘caso’ del deposito Arl di Viganello. Il Tribunale amministrativo cantonale ha deciso su dieci oggetti, otto di questi tornano alla Città

Le case del rione Madonnetta (Ti-Press)
23 gennaio 2020
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Compie un altro passo avanti la variante beni culturali a Lugano. È però ancora lunga la strada per giungere a destinazione. Intanto, la Cancelleria comunale ha ricevuto dieci sentenze da parte del Tribunale amministrativo cantonale (Tram) su altrettanti ricorsi presentati contro le decisioni prese dal Consiglio di Stato. Ebbene, su dieci contestazioni, due sono state bocciate mentre le altre otto sono state accolte parzialmente ed è stato annullato il vincolo di protezione inserito dal governo cantonale. Per questi casi, gli atti sono stati rimandati alla Città affinché li giustifichi maggiormente ed elabori una variante di Piano regolatore.

Dopo il caso dell’ex autorimessa Arl di Viganello e le sentenze di cui scriviamo oggi il dossier beni culturali torna quindi nell’agenda politica. Ora il Municipio come si muoverà? «Siamo chiamati a fare alcune valutazioni –­ risponde Roberto Badaracco, titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi di Lugano –. E non è detto che seguirà la via della variante di Pr». In un caso, invece, il ricorso è stato respinto perché mancava la legittimazione per presentarlo. Come mai certe motivazioni alla base delle tutele non sono state ritenute sufficienti? «Alla prima lista di beni culturali, nel 2011 il Consiglio comunale, su proposta della Commissione della pianificazione, ha inserito altri ventun oggetti meritevoli di tutela – ricorda Badaracco –. La maggior parte delle attuali vertenze riguardano queste proprietà, escluse dall’allora esecutivo, poi successivamente riammesse dal legislativo, ma l’esecutivo non aveva provveduto a spiegare in maniera adeguata i presupposti delle salvaguardia all’attenzione del Consiglio di Stato chiamato a ratificare definitivamente la lista. Presupposti che i proprietari hanno quindi avuto ‘buon gioco’ a contestare».

Le dieci decisioni si assomigliano, cambia soltanto la parte finale riferita al singolo fondo e ai vincoli posti. Fra gli oggetti coinvolti, figurano la sottocentrale Gemmo di Breganzona di proprietà delle Ail Sa, una parte di villa Castagnola, la Ville Belgique di Molino Nuovo e gli edifici di proprietà della Cassa pensioni dei dipendenti della città in via Marco da Carona, il cosiddetto rione Madonnetta. Le sentenze del Tram sono anche sul tavolo della Commissione della pianificazione del territorio chiamata a fare un rapporto sui singoli ricorsi e formulare delle proposte al Municipio che successivamente valuterà come procedere. È immaginabile che la Città rinunci alla tutela di qualche bene? «Non credo, alla luce della votazione politica del legislativo del 2011, ritengo che l’esecutivo debba in ogni caso motivare maggiormente nei casi in cui ciò non sia stato fatto in maniera adeguata. Si tratta di beni inseriti nella lista dell’Inventario svizzero, quindi le ragioni non mancano», risponde il titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi di Lugano. Nel caso il Municipio decidesse di optare per una variante di Pr, potrebbe anche inserire l’ex autorimessa Arl di Viganello oggetto di una domanda di costruzione di Artisa? «Certo, abbiamo la facoltà di proporre altri beni nella lista. Potrebbe essere l’ex autorimessa Arl o altri oggetti, siccome il Consiglio di Stato due anni fa, nella risposta ai ricorsi, ci aveva invitato a estendere l’esame a tutto il territorio cittadino – rileva Badaracco –. Questo lavoro si potrebbe fare nell’ambito della procedura del Masterplan per arrivare ad avere un Pr unitario a Lugano. In questo caso, può darsi che ci siano altri beni non tutelati dai Pr degli ex Comuni ancora in vigore».

Le sentenze del Tram possono essere contestate al Tribunale federale. C’è ancora in ogni caso molto da fare su questo dossier avviato formalmente nel marzo 2008, quando il Municipio inviò il primo progetto di variante beni culturali delle sezioni di Lugano, Castagnola e Brè al Dipartimento del territorio.

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