Luganese

Lugano, alle comunali Ppd e Verdi liberali corrono assieme

I due partiti di centro rinnovano l’intesa del 2016, ma nel Ppd cresce la tensione a causa della procedura di scelta dei candidati per il Municipio

L'obiettivo è confermare l'unico seggio del Ppd in Municipio a Lugano (Foto Ti-Press/Archivio)
3 gennaio 2020
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Un matrimonio apparentemente felice, al punto da rinnovare le promesse nuziali. La sezione luganese del Partito popolare democratico (Ppd) e i Verdi liberali confermano la propria alleanza. Come già alle elezioni comunali del 2016 – e più recentemente, assieme al Partito liberale radicale, alle Federali di ottobre 2019 –, i due partiti si presenteranno uniti sia per il Municipio della più grande città ticinese, che per il Consiglio comunale.

La notizia non è ancora stata ufficializzata: lo sarà alla riunione dell’Ufficio presidenziale del Ppd di settimana prossima, alla quale sono invitati anche rappresentanti dei Verdi liberali. Ma è il presidente sezionale stesso a confermarci il rumor. «Sì, è arrivata solo in questi giorni la loro risposta affermativa – ci dice Angelo Petralli –, correranno con noi e avranno un posto (nel 2016 era di Franco Marinotti, ndr) riservato nella lista per il Municipio».

Della rinnovata congiunzione abbiamo parlato anche col presidente cantonale dei Verdi liberali (cfr. correlato), mentre con Petralli non abbiamo potuto non affrontare la spinosa questione della lettera inviata a San Silvestro da Nadia Ghisolfi (cfr. ‘laRegione’ di ieri). La granconsigliera non ha infatti lesinato critiche alla procedura di scelta dei candidati per le elezioni, esprimendo dubbi e perplessità. Di carattere generico: “Non vorrei fosse vero il fatto – ha scritto – che si stia facendo un esercizio in sordina per presentare una lista in realtà già predefinita, non competitiva”, con lo scopo di “escludere chiunque possa mettere in ombra il o i candidati prescelti”. E poi considerazioni di carattere personale, in quanto Ghisolfi ritiene che la propria candidatura, secondo questa presunta logica, sia proprio una di quelle a rischio.

«Per i candidati questo momento di attesa non è molto facile» osserva il presidente, che ammette un’altra delle accuse di Ghisolfi: «Non mi sento coinvolto nel processo decisionale. Ma non voglio polemizzare. C’è stata una discussione, come in tutte le famiglie, io avrei fatto le cose diversamente. Ora il tempo stringe e dal mio punto di vista si è aspettato già troppo a comunicare la decisione ai candidati. Invito solo la sezione ad avere coraggio di osare e valutare attentamente. Penso che non tutti abbiano ancora metabolizzato il fatto che il municipale del Ppd è a forte rischio. Stiamo camminando su un filo molto, molto, sottile. Con o senza Verdi liberali».

E fra i nomi trapelati sin qui per la sostituzione dell’uscente Angelo Jelmini – dopo l’autoesclusione del granconsigliere Lorenzo Jelmini –, oltre a Ghisolfi i nomi di punta paiono essere il capogruppo Michel Tricarico e la consigliera comunale ed ex granconsigliera Sara Beretta Piccoli. L’accusa di Ghisolfi sembrerebbe quindi quella di voler creare una lista d’accompagnamento per uno di loro due, o entrambi. «Per quanto mi riguarda, Nadia esprime dei timori infondati, dovuti probabilmente a un’attesa che si è prolungata un po’ – replica il presidente della Commissione cerca Claudio Bignasca –. Le critiche vanno bene quando sono supportate dai fatti: aspettiamo di vedere se è vero, quando usciranno i nomi». Sulla questione del coraggio sollevata da Petralli, il presidente della Cerca sostiene che «è stato fatto moltissimo a livello di politica comunale dal Ppd e si sono concretizzate molte cose, questo va rivendicato e messo in risalto. Condivido in pieno il contenuto dell’intervista citata da Nadia (cfr. ‘laRegione’ del 20 dicembre, ndr), ma non ha nulla a che fare con la campagna elettorale per le Comunali». Bignasca nega infine anche che vi sia del nervosismo nel partito, ma che si tratti di «adrenalina positiva. C’è attenzione, motivazione, come quando ci si prepara alla finale della Spengler o della Champions». Una partita che il Ppd, già quarta forza politica alle scorse elezioni comunali, non può permettersi di perdere.

Tognola (Plr): ‘Sì, è un peccato. Ma noi sorprenderemo con i nostri nomi’

Il Partito liberale radicale (Plr) è l’unica grande formazione politica di Lugano che all’appuntamento del 5 aprile si presenterà da single. Mentre la Lega correrà con l’Udc, i socialisti hanno siglato l’intesa coi partner di sempre (Pc) e con gli ascendenti Verdi, e anche il Ppd convola nuovamente a nozze coi Verdi liberali (cfr. articolo principale), il secondo partito per importanza si presenterà da solo. Ne abbiamo parlato col presidente sezionale Guido Tognola, al quale abbiamo chiesto se non avesse potuto invece il Plr cercare un accordo coi Verdi liberali. «Sì, è un peccato. Visto il nostro posizionamento a livello di politica ambientale, avrei preferito avere dei contatti». Ma non avreste potuto cercare voi un’alleanza coi vostri ‘cugini’ ecologisti? «Noi abbiamo una struttura un po’ più ferrea: la strategia politica deve essere decisa dalla Direttiva. Non c’è stato il tempo tecnico per farlo». E vi spaventa il fatto di presentarvi da soli a una tornata elettorale sicuramente più incerta rispetto a quella del 2016? «Noi sorprenderemo con le nostre liste (sorride, ndr). Abbiamo abbastanza risorse nel partito, bisogna saperle mettere in evidenza».

L’obiettivo del partito rimane quello di confermare il vicesindaco Michele Bertini e il municipale Roberto Badaracco? «Quando sono stato eletto ho detto che puntavo ad averne tre – ricorda Tognola – e rimango con quell’obiettivo. Caprara (Bixio, presidente cantonale del Plr, ndr) ha già le mie dimissioni qualora non ne facessi tre (sorride, ndr).

E i Verdi liberali che dicono? «Avremo una dozzina di comuni dove ci presentiamo – svela Massimo Mobiglia, presidente cantonale –. Ci sono dei comuni dove correremo col Ppd (Mendrisio, Chiasso e Lugano, ndr), altri dove stiamo discutendo con Plr, Ps, Verdi. A Berna portiamo avanti diversi temi col Ppd: siamo i due partiti più di centro». L’obiettivo su scala cantonale di un partito che si sta ancora strutturando è principalmente «eleggere dei consiglieri comunali».

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