Luganese

Incendi di Massagno, condannato 50enne di Besso

È però stato riconosciuto colpevole solo di uno dei due eventi del 25 maggio: sconterà (in cura) 34 mesi

Rescue media
27 novembre 2019
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Notti di fuoco e di paura quelle passate dai cittadini del Bomborozzo, popolare quartiere di Massagno, colpito da ben quattro incendi dolosi tra il febbraio e il maggio della scorsa primavera. Pggi le Assise criminali hanno condannato l’autore di (almeno) uno dei gesti sconsiderati: un 50enne di Lugano, già noto alla giustizia per precedenti analoghi, commessi nel 2009.

Un conosciuto piromane

Un piromane riconosciuto tale da una perizia psichiatrica, motivo per il quale era stato in cura e, in seguito avrebbe dovuto rispettare misure di condotta, come il non bere, atto che gli procurava un desiderio di adrenalina, soddisfatto alla vista del fiamme. Nel 2010 venne condannato a 18 mesi, sospesi con la condizionale, che ora ora gli verrà revocata: per l’incendio del 25 maggio sono invece stati erogati 16 mesi. Il totale ammonta a 34 mesi, che l’uomo non sconterà in carcere ma dentro una struttura dove potrà svolgere una cura psichiatrica. Al momento resta in carcerazione di sicurezza. L’uomo fino all’ultimo ha tentato di negare, dichiarando di non ricordare esattamente cosa fece. Residente nel vicino quartiere di Besso, il 26 maggio, al termine di un ‘giro dei bar’ nella zona andò ad appiccare il fuoco ad un motorino nel garage del palazzo di via Nolgio 3.

Assenza di prove in via Ceresio

Secondo la Procura è lui il colpevole anche dell’altro incendio scoppiato quella sera, in uno scantinato di via Ceresio 8, incendio quest’ultimo rivelatosi estremamente pericoloso per i residenti nella palazzina, alcuni dei quali, intossicati, hanno riportato serie conseguenze dal fumo inalato. La sua presenta nei paraggi, documentata oltre che da un testimone oculare, anche dalle riprese di una videocamera, secondo la Corte delle Assise correzionali (presieduta dal giudice Amos Pagnamenta non è sufficiente per addebitargli questo secondo episodio, per quanto i sospetti sono più che leciti. Restano senza un colpevole pure gli altri due incendi dolosi, sempre appiccati in zona, nei mesi precedenti, uno sempre in Ceresio e l’altro in via Nosedo. Da quanto abbiamo appreso, il 50enne luganese era tra gli indiziati, ma non sarebbero stati trovati elementi per addebitargli questi due fatti.

A tradire il suo passaggio in via Nolgio, pure l’andatura claudicante: a causa di una lombalgia, il 50enne camminava appoggiandosi a un bastone, poi dimenticato in un bar del quartiere. Aveva infatti passato la serata a bere: prima in stazione, poi al Corallo di via Besso, infine al Gardenia, ristorante massagnese che si trova proprio nelle vicinanze delle case incendiate. Era la prima uscita dopo una decina di giorni passati a casa. L’uomo venne visto vicino all’ingresso del palazzo via Nolgio e dopo una ventina di minuti alla polizia arrivò l’allarme per il primo incendio. Tempo di accorrere sul posto, che arrivarono grida da un palazzo vicino, quello di via Ceresio 8. Non solo: le videocamere di sicurezza avevano immortalato l’uomo, che oltre tutto ha ammesso di essere penetrato ai piani bassi di alcuni stabili di via Ceresio. «Ero rimasto senza soldi, speravo di trovare qualche piccolo importo, magari nelle lavanderie» ha infine spiegato, dopo aver dapprima invocato una «amnesia». Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri aveva chiesto una pena di 4 anni e mezzo, il difensore Yasar Ravi ha invocato il proscioglimento. Al termine del processo, entrambi i legali non hanno escluso l’eventualità di ricorrere in Appello.

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