Luganese

Brè, 'inaccettabile il ritardo pianificatorio'

L'associazione di quartiere critica la Città che temporeggia mentre 'si concedono licenze edilizie' senza rispettare le nuove norme federali.

Una veduta dall'alto
(Ti-Press)
21 novembre 2019
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Sono preoccupati e arrabbiati i membri dell’associazione 'Uniti per Brè' che nel giugno prossimo compirà dieci anni. Ritengono inaccettabile il ritardo della Città di Lugano nell’affrontare la revisione del Piano regolatore (Pr) del quartiere. Inaccettabile perché nel frattempo è entrata in vigore la legge federale sulla pianificazione del territorio che pone condizioni molto restrittive limitando le zone edificabili. Insomma, da parte del Municipio tante parole su Brè ritenuta una “perla” da proteggere mentre nei fatti nel quartiere non è cambiato nulla.

La revisione del Pr doveva terminare quest'anno…

«Chiaro che allestire una revisione di Pr richiede tempo, intanto però sono state inoltrate nuove domande di costruzione e, in base alla pianificazione vigente, si concedono licenze edilizie alle quali, non possiamo opporci come associazione – sostiene Mattia Schmidt, coordinatore dell’associazione nell’incontro odieno con i media –. Potremo farlo forse fra qualche mese visto che, secondo la legge dopo dieci anni potremmo diventare un’associazione con diritto di ricorso, faremo domanda e deciderà il governo cantonale». La revisione pianificatoria del quartiere è stata però legata dal Municipio all’allestimento di un masterplan con valenza di piano direttore comunale comprensivo di tutti gli oltre venti quartieri di Lugano. E i tempi si sono allungati.

Secondo il programma presentato dall’esecutivo, la revisione avrebbe dovuto essere conclusa nel 2019… Da qui la denuncia di Uniti per Brè che chiede di nuovo “che la Città blocchi ogni licenza di costruzione, istituisca una zona di pianificazione finché non entrerà in vigore un nuovo piano regolatore rispettoso delle nuove norme volute dal popolo!”. Si pretende "una pianificazione che tenga conto dello sviluppo centripeto e concentri l’edificazione verso le zone urbane, senza più dispersione nel paesaggio”.

Occorre una Zona di riordino e tutela ambientale

Concretamente, l’associazione ha proposto alla Città d entrare nel merito di una “Zona di riordino e tutela ambientale-territoriale-paesistica soggetta a piano particolareggiato (conseguente alla zona di pianificazione)” con misure pianificatorie circostanziate e, sia pure preliminarmente, verificate dal profilo tecnico. Invece, il Municipio ha per ora pubblicato, continua l’associazione, “un solo documento (per di più incentrato su quattro scenari esclusivamente quantitativi) e che trascura gli stimoli dei gruppi di popolazione più consistenti lasciando lettera morta ciò che scrive nel suo stesso sito: “Gli elementi emersi dal coinvolgimento della popolazione sono stimoli per la definizione di strumenti pianificatori o politiche territoriali”.

Scaduto il credito votato dal Cc per il masterplan

Tornando al masterplan, come ha messo in evidenza il consigliere comunale dei Verdi Nicola Schönenberger, “ora il credito è scaduto, non sono stati redatti rapporti sullo stato dei lavori, il regolamento comunale non è stato modificato e il decalogo pare dimenticato”. Risultato? “Non esiste una prospettiva temporale per la conclusione dei lavori del masterplan e tantomeno per l’entrata in vigore di un piano regolatore unitario. E i 'vecchi' Pr nei quartieri, spesso eccessivamente generosi, irrispettosi dei principi di 'unitarietà e qualità urbanistica', non allineati con l’obiettivo “di un ordinamento pianificatorio complessivo e coordinato per l’intera città” e tantomeno con l’obiettivo di frenare la dispersione insediativa e il consumo eccessivo del suolo definiti dalla legge federale”, osserva il consigliere comunale.

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