Luganese

Bissone, una rogatoria per il denaro del 42enne

La Procura di Torino vuole ricostruire i flussi finanziari del cittadino svizzero nell'inchiesta che ha portato alla luce un missile Matra aria-aria.

L'arsenale scovato
(Questura Torino)
26 agosto 2019
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Una rogatoria internazionale per ricostruire contatti e flussi di denaro del 42enne cittadino svizzero di Bissone, agli arresti domiciliari nel varesotto, dallo scorso luglio, nell'ambito dell'inchiesta della Digos di Torino che ha portato alla scoperta di un missile Matra aria-aria in un capannone a Rivanazzo Terme, nei pressi dell'aeroporto di Voghera. La rogatoria internazionale è stata chiesta alle autorità svizzere dal pubblico ministero Massimo De Filippo, sostituto della procura di Torino, che coordina l'inchiesta nei confronti dei tre indagati, tutti agli arresti domiciliari, sospettati di essere coinvolti in un traffico internazionale di armi ramificato anche in zone di guerra.

Oltre al ticinese sono indagati un 60enne, ex funzionario di dogana a Malpensa, residente a Gallarate, nel varesotto, e un 51enne milanese, socio in affari del 42enne di Bissone. Gli inquirenti piemontesi dalla rogatoria si attendono elementi utili per indirizzare l'inchiesta iniziata nel luglio 2018, dopo che un ex agente del Kgb disse di essere a conoscenza del progetto di un attentato a Matteo Salvini, da parte di estremisti ucraini. Gli investigatori misero sotto osservazione cinque soggetti, piemontesi e valdostani, che avevano combattuto nel Donbass a fianco di una formazione ucraina in lotta contro le milizie filo-russe. Nessun indizio di un possibile ''Salvinicidio'', ma uno dei cinque fu contattato da un esperto d'armi che gli chiedeva se fosse interessato ad acquistare un missile. Seguendo quella pista i poliziotti sono arrivati al capannone di Rivanazzo Terme che assieme a un secondo deposito è risultato di proprietà del 42enne di Bissone e del socio, responsabili di detenzione e messa in commercio del missile Matra aria-aria di fabbricazione francese in utilizzo alle forze armate del Qatar, trovato nei pressi dell'aeroporto di Voghera.

Oltre al missile Matra, nell'abitazione del 60enne ex doganiere, legato agli ambienti dell'estrema destra, gli investigatori sono stati sequestrati un ingente quantitativo di armi da guerra (tra cui fucili di assalto e mitra) e di armi comune da sparo di provenienza perlopiù austriaca, tedesca e statunitense. ''Sono consapevole di aver commesso un reato ma non volevo venderle - ha sostenuto nel corso di uno degli ultimi interrogatori da parte della Digos di Torino -. Sono un collezionista, non un trafficante. Sono uno studioso delle armi. Quelle in casa non le avevo acquistate, ma mi sono state fornite per un approfondito studio. Il missile non è di mia proprietà. Sono stato chiamato da un mio amico di vecchia data (il 42enne di Bissone, ndr) per una perizia''.

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