Luganese

Ora c’è... odore di bruciato

Prevale l’ipotesi di un gesto intenzionale in quella che è più di una coincidenza

17 luglio 2019
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C’era ancora l’odore acre del fumo nella tarda mattinata di ieri in via Camara 69 a Breganzona. La palazzina è circondata da 18 uomini e 9 mezzi dei Pompieri di Lugano, allarmati poco dopo le 6 per un incendio. Sul posto anche la Polizia comunale della Città, la Croce Verde e gli esperti della Polizia scientifica. Perché, con questo nuovo caso, a sole 48 ore dalla prima sirena, l’odore ora è... di bruciato.
Diverse le coincidenze che portano ad affermare che si è davanti a una matrice dolosa. Non solo lo scoppio delle fiamme a due giorni di distanza e in due punti diversi del piano interrato, a sollevare più di un dubbio il minimo comune denominatore che vede nella figura dell’amministratrice condominiale la stessa persona, anche del palazzo protagonista di un altro recente incendio nel Comune di Massagno.

«Non vorrei ci sia qualcuno che le vuole male, forse qualche nemico», ha dichiarato a ‘laRegione’ Armando Giani, padre della donna nonché proprietario della palazzina di via Camara. Un passato di leghista della prima ora con 40 anni di Consiglio comunale a Lugano sulle spalle, non ci nasconde la convinzione dell’origine dolosa delle fiamme.

Qualcuno sembra aver visto un uomo con fare sospetto

Intanto, nelle strade adiacenti, presidiate dagli agenti e off-limit, vicini di casa e semplici curiosi si interrogano su questo ultimo fatto: «È un’epidemia», dichiara perentorio un uomo che abita accanto alla palazzina e che fermiamo per chiedergli come si spiega il doppio incendio e i recenti casi avvenuti nel Luganese. «Ancora?», gli fa eco un giovane scooterista fermatosi all’angolo con via dei Casagrande.
Nei dintorni, intanto, ci sono i sei inquilini sfollati, alcuni ancora in pigiama, che non sono riusciti a rientrare nei propri appartamenti neppure quest’ultima notte. Fra le testimonianze da noi raccolte, c’è peraltro un particolare alquanto preoccupante: negli ultimi giorni pare che qualcuno abbia visto un uomo di mezza età aggirarsi nei dintorni dell’abitazione. «Ho sentito l’odore di fumo già durante la notte, tanto da non riuscire a dormire» ci dice uno degli abitanti della palazzina. Raccolti in tutta fretta gli effetti personali, indossati gli abiti da giorno, sono stati costretti a recarsi da amici e conoscenti, in attesa dell’autorizzazione dell’Ufficio tecnico per l’abitabilità dello stabile.

‘Non abbiamo motivo di dubitare di nessuno’ ammette la proprietà

Otto appartamenti e una zona relativamente tranquilla: «Non abbiamo motivo di dubitare di nessuno», sono le parole della proprietaria, «certo è che il fatto di succedere una seconda volta, così in un breve lasso di tempo, è un po’ strano» ammette un’amica in attesa di ospitare uno degli inquilini, come già aveva fatto domenica notte.

A dare l’allarme ieri mattina, un’abitante di via Camara uscita all’alba per una corsetta. Rientrata ha visto il fuoco e ha chiamato i pompieri. Un aspetto che porta a far propendere sulla possibilità che qualcuno attendesse l’apertura della porta principale per entrare con facilità nello scantinato e mettere in pratica le proprie sinistre intenzioni.

Fortunatamente, il pronto intervento dei pompieri ha permesso ai residenti di mettersi in salvo senza particolari problemi: per nessuno di loro, infatti, è stato richiesto il ricovero per intossicazione da fumo.

Continua però la preoccupazione alla periferia nord della città, dopo che, da febbraio, sono saliti ormai a sette i casi di incendi sospetti. Negli scorsi mesi, fra febbraio e lo scorso 26 maggio, era stato Massagno ad essere colpito da roghi appiccati da due uomini, uno dei quali poi arrestato. Quattro gli obiettivi dei piromani, tanto che il presidente dell’associazione Bomborozzo, teatro degli incendi, aveva sollevato il timore di compromettere la vivibilità del quartiere “a rischio ghettizzazione”.

Foto su: www.laregione.ch/incendio

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