Luganese

A Lugano 200 donne scandiscono le ore delle rivendicazioni

Evento di avvicinamento allo sciopero nazionale del 14 giugno in Piazza Dante. Striscioni, bandiere: "Vivere senza violenze e sessismo è la vera sicurezza”.

(Fotoservizio Ti Press)
8 marzo 2019
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Un orologio nel cuore della città di Lugano, in Piazza Dante, per scandire il tempo mancante al prossimo 14 giugno, quando le donne sciopereranno in tutta la Svizzera. Un orologio costruito sul manto della piazza con, ad ogni lancetta delle ore, una frase per denunciare disparità, discriminazioni, abusi. Così oggi, poco prima di mezzogiorno, oltre duecento donne hanno fatto sentire la loro voce nella giornata dell'8 marzo, in avvicinamento all'azione in programma fra poco più di tre mesi. Il viola è stato il colore dominante, nelle sciarpe, e nei dodici cartelloni, quante il numero delle lancette, con scritte a grandi lettere diverse rivendicazioni e diritti: "La discriminazione salariale è un furto miliardario”; "Uguaglianza significa giustizia”, "Rispetto una due cento volte sempre”; "Vivere senza violenze e sessismo è la vera sicurezza”. Ognuno dei diversi slogan è stato declamato da dodici delle donne presenti. E poi applausi, un tic-tac di orologio scandido da una base ritmica; bandiere della "Marche mondiale des femmes”. Il tempo è scaduto e per scandire le ore delle rivendicazioni il Gruppo Donne dell'Unione sindacale svizzera (Uss), con il Coordinamento donne della sinistra e altre associazioni e realtà sindacali, hanno manifestato in centro città con un'azione pubblica. Francoise Ghering, portavoce del Gruppo Donne dell'Uss: «Noi siamo qui intanto per dire che indietro non si torna: abbiamo lottato, abbiamo conquistato dei diritti che oggi vengono minacciati da una realtà spesso ostile alle donne. Basta vedere sulle reti sociali, sui social, youtube, quanto odio c'è verso le donne. Delle statistiche europee dicono che le donne attive in politica sono particolarmente molestate. Uno studio europeo dice che nei social media, il gruppo più odiato sono prima le donne, poi i migranti. Siamo qui perché c'è un clima di restaurazione culturale, dove si vorrebbe che le donne tornino al loro posto. Ma quale sarebbe il loro posto? Chiuse in casa a fare gli angeli e il focolare? No! Le donne hanno conquistato la libertà di scegliere la loro vita, di essere padrone del loro destino». 

E stasera alle 18 a Bellinzona, viale della Stazione (ritrovo davanti alla posta) , è in programma la manifestazione 'Io l'8 ogni giorno - verso lo sciopero femminista'.

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