Luganese

Canobbio, dove resiste l’artigiano della musica

‘L’Estro armonico’ di Alberto Calvi, una delle poche botteghe rimaste in Ticino in un mercato di nicchia tra difficoltà e desideri.

4 marzo 2019
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«Tutti hanno praticamente chiuso». È con queste parole che Alberto Calvia, proprietario de ‘L’Estro Armonico’, parla di quello che è un mercato di nicchia. Il negozio, aperto nel 2003, è specializzato in riparazione, restauro e vendita di strumenti musicali a fiato. Dopo aver studiato musica in Conservatorio ed aver conseguito il diploma, è diventato insegnante. Una passione per la musica che è andata avanti ma con un cambiamento di rotta: da maestro è diventato artigiano. «Non c’è una vera e propria formazione – ci dice –. Io ho fatto quasi 10 anni in una bottega, imparando il lavoro di riparatore. Da lì ho deciso di mettermi in proprio. Chiaramente l’attività che facevo prima mi ha aiutato molto, perché la preparazione musicale che ho avuto mi ha portato ad avere certe sensibilità e certe sensazioni. Questo non vuol dire che l’idraulico debba essere abituato a nuotare in apnea per fare il suo lavoro (ride, ndr)».

Quando Calvia ha aperto il suo negozio in Ticino erano presenti diversi riparatori di strumenti musicali, ma negli anni stanno piano piano scomparendo: «È difficile mantenere questo tipo di attività. Tempo fa si poteva pensare di espandersi. La mia aspirazione era quella di ingrandire l’attività nel ramo della vendita. Dal 2008 in avanti è diventato quasi impossibile sostenere i costi di gestione. La mia attività, essendo di nicchia, risente per prima questa situazione di crisi che persiste da 10 anni a questa parte. I costi fissi aumentano sempre (elettricità, assicurazioni, gestione dell’informatica). L’idea di doversi ingrandire al momento è stata accantonata».

La luce entra dalla vetrata, illuminando il volto dell’artigiano che, con un sospiro, fa il punto sul suo futuro: «Si cerca sempre di lavorare al meglio per soddisfare il cliente. Bisogna sempre vedere le cose dal lato positivo, questo è chiaro. Come è necessario trovare un rimedio a questo trend, che non è di certo il migliore. Per cui la ricerca di qualcosa di nuovo è fondamentale».

Un lavoro che in Ticino non c’è più

«Siamo rimasti un paio, non so dirtelo con precisione. So per certo che quando ho iniziato eravamo di più». Se in Ticino questa professione sta sparendo, non si può dire lo stesso in Italia dove nel 2017 si sono contate 1’312 imprese che producono e riparano strumenti musicali; questo lavoro è ad alta vocazione artigiana, con 1’085 imprese pari all’82,7% del totale. Più precisamente sono 197 imprese della riparazione di strumenti musicali (come Alberto), di cui 173 artigiane attive nella Penisola. Una gran bella differenza, calcolando che in Ticino questi negozi si contano oramai sulle dita di una mano. «Il mio scopo – conclude Calvia – è andare avanti nel migliore dei modi, per la mia soddisfazione e delle persone che mi stanno vicino. almeno fino a quando vado in pensione».

Questo tipo di attività, non certo popolare, si trova comunque confrontata con l’agguerrita concorrenza e competitività sui prezzi che esiste oltrefrontiera. «I costi sono un problema – evidenzia Alberto Calvia – perché oltreconfine il costo della vita è diverso e tante cose costano meno. Gli artigiani vengono remunerati meno rispetto a qui. C’è sempre stata e sempre ci sarà una disparità salariale, rendendo il mercato più competitivo. La concorrenza c’è, basti pensare a chi va a fare la spesa in Italia (ride, ndr). Bisogna rimanere positivi, anche nei momenti di difficoltà».

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